Opinioni

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Se la Polonia prova a voltare pagina

Bisogna stare attenti anche a scambiare Tusk per un progressista: non lo è per nulla. E guai a pensare che siamo tornati ai tempi di Solidarność e delle speranze che, nel bene e nel male, seppe accendere nella popolazione. Il pensiero progressista è ben lontano dal tornare al potere in Polonia. Diciamo che l’alta partecipazione democratica, oltre il 72 per cento, un dato confortante, specie se comparato alla diserzione cui assistiamo ormai in Italia, e la voglia di cambiamento e di riscatto delle nuove generazioni hanno fatto la differenza, regalandoci una prospettiva meno sconfortante e la possibilità di credere ancora in un sistema fragile e appannato, sempre più ostaggio di spinte distruttive e in preda a una disillusione collettiva che, non di rado, si trasforma in sconforto e desiderio di minare alle fondamenta la nostra casa comune. 

Non è difficile prevedere il futuro

Mi impressionano i commentatori filo israeliani che affermano la mancanza di alternative. Non è vero. Si possono salvare onore e sicurezza, senza organizzare un mattatoio a Gaza. Ma Netanyahu non è all’altezza della situazione, Israele è stordito dal dolore e i suoi alleati non hanno il coraggio di proteggerlo da se stesso. Temo il peggio.