La vittoria di Milei alle elezioni argentine conferma un trend favorevole alla destra nel mondo libero. Il popolo argentino resta affascinato dall’uomo con la sega a motore. Non è un caso isolato tra i politici di destra, in quanto l’elettorato non vuole più seguire ragionamenti complessi e preferisce chi promette soluzioni semplici e immediate. Le soluzioni semplici non esistono, ma i populisti lo fanno credere. Nello specifico l’Argentina ha ridotto l’inflazione ma a danno del potere d’acquisto: meno acquisti minore inflazione. La politica di destra favorisce le classi più abbienti che hanno margini per superare le crisi. Il popolo soffre ed è preda della mafia. Unica soluzione.
Il massimo del populismo è ovviamente rappresentato da Trump che propone una politica estera aggressiva dove l’elemento essenziale è l’imposizione dei dazi. Nella migliore delle ipotesi i dazi creeranno inflazione a danno dei ceti meno abbienti. Non è un caso che Trump abbia aiutato anche Milei. Mostrando soddisfazione per i governanti di destra, con siparietti e moine da comica finale. L’elenco dei populisti omaggiati da Trump è infinito, ma prima o poi le destre si scontreranno.
Il re delle Due Sicilie Ferdinando II era detto il “Re burlone”, un populista che metteva alla berlina i nobili della corte e per questo era simpatico al popolo. Chissà quali siparietti avrà interpretato, ne avrebbe goduto l’odierna TV. Ma alla fine dei conti questo re dovette fare la sua scelta: per settimane intere fece bombardare Messina in rivolta nel 1848. Da quel momento divenne il “Re bomba”. La morale della favola è questa: i populisti dovranno rivolgersi alla violenza per risolvere i loro problemi, interni ed internazionali. Altro che Nobel per la Pace.
