La Spagna che brucia e la democrazia in pericolo

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Chissà cosa direbbe Vittorio Vidali, il leggendario Comandante Carlos del Quinto Reggimento, di ciò che sta accadendo in questi giorni in Spagna! Quarant’anni fa se ne andava un partigiano, un combattente, una figura eroica dell’antifascismo italiano e internazionale e oggi siamo costretti a fare i conti con le conseguenze del franchismo di ritorno.
La sede del PSOE assaltata a Madrid, in calle Ferraz, da militanti neo-fascisti di Revuelta, movimento giovanile considerato vicino a VOX, rendono, infatti, l’idea del clima che si respira in un Paese in preda all’incertezza politica, per via dell’esito non chiaro delle elezioni anticipate dello scorso 23 luglio.
Non è solo Madrid, tuttavia, a dover subire iniziative simili ma anche Barcellona, Valencia, Siviglia, Badajoz, Valladolid, Salamanca, Pamplona e Oviedo. Senza dimenticare la presenza in piazza, oltre che dello stesso Santiago Abascal (eader di VOX) nella giornata di lunedì, anche di formazioni estremiste come Hace Nación, Ultras Sur, Democrazia Nazionale, Bastion Frontal, Juventudes Canillejas, Spagna 2000 e Falange Spagnola. Fra saluti romani e le note di “Cara al Sol”, celebre inno falangista, stiamo assistendo a un movimento eversivo che prende sempre più corpo in una Nazione in preda a tensioni mai viste prima.
Per questo, ci domandiamo cosa ne direbbe Vidali, che contro il falangismo del “Generalissimo” andò a battersi con orgoglio e che di sicuro non sarebbe rimasto indifferente di fronte all’amicizia, più volte ostentata, della Presidente del Consiglio italiana con un personaggio come Abascal.
Dobbiamo mobilitarci anche noi. Ma, soprattutto, dobbiamo interrogarci su cosa possa accadere ancora in questa Europa sconvolta, squassata da molteplici crisi e nella quale la politica sembra avere ormai un ruolo marginale. Non possiamo restare a guardare mentre un Paese così vicino e amico brucia e soggetti cui qualcuno alle nostre latitudini vorrebbe ispirarsi incitano le forze dell’ordine a non eseguire ordini governativi definiti “illegali”.
Stiamo vivendo una stagione tremenda, che va al di là dei nostri peggiori incubi e ci costringe a fare i conti con una realtà che definire straziante è un eufemismo.
“Oggi in Spagna, domani in Italia” scandì Carlo Rosselli dai microfoni di Radio Barcellona. Con tutto il rispetto per un gigante come Rosselli, e anche per una personalità epica come Vidali, non vorremmo che un giorno toccasse davvero a noi. Per questo, come sempre, siamo solidali con gli aggrediti e con un’idea di democrazia drammaticamente in pericolo.


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