8 marzo: il  dolore delle madri in fuga

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In vista dell’ 8 marzo il mio pensiero va a tutte le donne rifugiate costrette a lasciare le proprie case e fuggire dalle guerre con i propri figli. Succede in Ucraina che è sulle nostre prime pagine,ma succede anche in Africa,in Medio Oriente,in Afghanistan e in tante aree dimenticate del pianeta. Le guerre portano solo dolore e non ci sono guerre più importanti delle altre. Da un giorno all’altro oltre 82  milioni di civili in questi anni si sono ritrovati sradicati dai loro affetti.A loro in questi giorni si sono aggiunti gli ucraini vittime dell’aggressione russa.La più imponente migrazione di rifugiati mai vista nel cuore dell’ Europa.Uomini che restano a combattere,donne che portano in salvo quelli che hanno di più caro,i loro figli.Quando scoppiano le guerre le donne sono quelle che pagano un prezzo altissimo, spesso stuprate per umiliare il nemico. È lacerante quello che accade fuori dai nostri confini,ma non possiamo mobilitarci solo quando abbiamo paura, perché le bombe stanno cadendo non lontano da noi e le donne con i loro bambini in fuga sono bianche bionde con gli occhi azzurri e vestono come noi. Non possiamo guardare dall’altra parte quando ad avere bisogno di aiuto sono persone che sentiamo lontane   geograficamente e diverse esteticamente e culturalmente. Il fatto che Trieste sia più vicina a Leopoli che a Catania non può farci ignorare il fatto che la pace su questo pianeta si costruisce tutti insieme e che se  facciamo finta di ignorare le ingiustizie e le disuguaglianze che accadono ad altre latitudini prima o poi il conto ci verrà presentato.


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