La trattativa infinita sulla pelle dei disperati e dei rifugiati

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Ogni nave che arriva in prossimità delle nostre coste con migranti a bordo, sia essa una nave delle Ong, che un mercantile di passaggio, che una nave di Frontex o della nostra guardia costiera, viene tenuta in ostaggio con tutte le persone a bordo, al largo e distante dal porto, prima che si concluda la trattativa con i 27 Stati dell’Unione per il ricollocamento. Qualcuno è arrivato perfino ad ipotizzare una prima selezione in alto mare o addirittura un “riaccompagnamento” in Libia. E’ stato osservato che il primo atteggiamento viola tutte le direttive su accoglienza e procedure e il secondo configura un respingimento in un paese pericoloso in disprezzo delle più elementari regole in materia di “non refoulement”.

La prima osservazione da fare è che in questa estate del 2018 non esiste più una situazione di emergenza. Questa situazione non esiste più dal luglio dello scorso anno. Secondo i dati del Ministero dell’Interno sono sbarcati nel nostro paese in sei mesi poco più di 17.000 persone. L’anno passato di quest’epoca erano più di 70.000. Bloccare le navi e gli sbarchi in attesa di una ricollocazione è estremamente rischioso. Il rischio è quello di trovarsi in un vicolo cieco ed esporre il nostro paese a pesanti reazioni della comunità internazionale. Papa Francesco ha già invocato un atteggiamento più umano e prima o poi, lui che vive nel nostro paese, sarà costretto a rivolgersi direttamente ai nostri governanti.

Il Presidente Mattarella nei giorni scorsi è già dovuto intervenire, non solo come Presidente del Consiglio supremo di difesa, ma anche come Presidente del Consiglio superiore della magistratura, quando dall’Esecutivo giungevano, in dispregio delle elementari regole costituzionali, ingiunzioni alla magistratura ad arrestare alcuni migranti. Una politica dell’immigrazione ed anche un governo dei flussi è tutt’altra cosa. Qualcuno dovrà ogni tanto ricordare che i nostri governi (di destra e di sinistra) negli ultimi vent’anni hanno fatto arrivare nel nostro paese, mediamente 170-180.000 persone. Qualcuno dovrà ricordare che non solo il Presidente dell’INPS, ma i maggiori demografi (Livi Bacci), ricordano che senza queste percentuali di arrivi il nostro Paese è destinato a regredire pericolosamente. Le politiche dell’immigrazione sono rappresentate da una visione d’insieme. Molti dicono che dobbiamo anticipare i pericolosi viaggi per mare attraverso il Mediterraneo ed andare nei paesi di transito per identificare là i soggetti più vulnerabili. In Consiglio italiano per i rifugiati, insieme all’UNHCR e insieme all’AICS, la nostra cooperazione, da oltre 10 anni opera in Libia dove transitano il 90 per cento dei migranti e dei rifugiati che si muovono per raggiungere l’Europa.

Per questo abbiamo lanciato il Progetto Guardiamo oltre le frontiere con il quale vogliamo prestare assistenza e protezione a oltre 500 rifugiati che si trovano in Libia per identificare i più vulnerabili (donne, bambini, minori no accompagnati e vittime di tratta) e condurli verso corridoi umanitari che li facciano arrivare in Europa.
Per queste ragioni abbiamo promosso il 22 luglio a Taormina un Concerto di Fiorella Mannoia che ha lo scopo di raccogliere fondi per questi fini e per queste persone.

*Presidente del Consiglio italiano per i rifugiati


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