Sentenza Mediaset, perché il 29 saremo davanti alla Cassazione e ai tribunali

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Voglio spiegare chiaramente perché abbiamo deciso di organizzare una presenza di cittadini a Roma in p.zza Cavour (e davanti alcuni tribunali italiani) lunedì 29 luglio alle 18.30, in vista della sentenza della Cassazione del giorno seguente, sul processo Mediaset.

La materia è delicata, perché il confine tra “difesa delle istituzioni” e “indebita ingerenza nel lavoro dei magistrati” è labile, secondo alcuni.
Ma qui c’è il primo errore.

I presidi organizzati non sono “per condizionare” in alcun modo le scelte dei giudici della Corte Suprema. Ma, al contrario, noi crediamo nell’autonomia della magistratura e pensiamo che sia necessario mobilitarsi proprio per difendere questa autonomia. Non è la prima volta che succede. Ricordo che “i Girotondi” nacquero così: cittadini che volevano proteggere le istituzioni e che le circondavano per sancire e evidenziare questa protezione. Non a caso il primo “girotondo” romano fu proprio attorno al “Palazzaccio”, con il tema di difendere le istituzioni dall’attacco che veniva dal governo Berlusconi.

Ora i tempi sono cambiati. A capo del governo c’è il Pd, ma la nostra preoccupazione e il nostro sconcerto è maggiore proprio per questo: quello che è accaduto l’altro giorno in Parlamento, con la sospensione della democrazia per mano dei berluscones per permettere al “capo” di scamparla è inaudito. Soprattutto per l’appoggio avuto dai deputati del Partito che di definisce “Democratico”. Ma quale democrazia?

Per questo è nato il nostro appello che vede, tra i primi firmatari, Oliviero Beha, Salvatore Borsellino, Alessandro Gilioli, Loris Mazzetti, Moni Ovadia e Guido Scorza: “Ci chiediamo con quale serenità la suprema Corte potrà pronunciarsi quando anche le più alte Istituzioni, quale è il Parlamento, sospendono l’esercizio delle proprie funzioni a difesa dell’imputato su cui la Corte è chiamata ad emettere un giudizio.”

“Basta con gli appelli e le mobilitazioni, non vedete che non servono a niente? Servono solo a Berlusconi, ma l’Italia e gli italiani hanno altro a cui pensare” Questo è uno dei messaggi che solitamente mi arrivano quando organizziamo iniziative come questa.

E qui c’è il secondo errore: il problema passa dalla politica, che non ha voluto risolvere il conflitto di interessi, a noi cittadini che ci mobilitiamo. E’ un tranfert curioso.

E allora tocca ancora precisare che molti di noi sono in piazza non solo su questi temi ma, in questi anni, si sono mobilitati anche su pace, lavoro, precari, pari opportunità, caro vita, finanza…

Questo della legalità e del conflitto di interessi però, a mio parere, è l’argomento principe. Che si può riassumere in questo assioma: Berlusconi è entrato in politica per risolvere i suoi problemi giudiziari e economici, nessuno in politica (salvo rare eccezioni) ha saputo e voluto contrastarlo seriamente.

Dispiace sottolineare che la responsabilità maggiore, negli ultimi anni, è proprio nel Pd, che, con questo atteggiamento si è suicidato. Come sottolinea giustamente Alessandro Gilioli nel suo pamphlet uscito da poco.

E’ con questo spirito e per queste ragioni, quindi, che il lunedì 29 luglio ci mobiliteremo.

Qui l’evento su Facebook.


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