Pussy Riot: Mannoia, “…ma Putin non è il capo di stato della nuova Russia liberale e democratica con cui tutti negoziano?”

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“Ma con la caduta del muro di Berlino non si era chiusa l’era dell’Unione Sovietica comunista e repressiva? Ma Putin, non è il capo di stato della nuova Russia liberale e democratica con cui tutti negoziano?” Così Fiorella Mannoia risponde all’appello lanciato da Articolo21 affinché dal mondo dello spettacolo si levi una voce a sostegno delle cantanti del gruppo “Pussy Riot”, arrestate per le loro canzoni antiPutin. ” Qualcosa non torna – prosegue la Mannoia – qualcuno ci ha preso in giro se stiamo qui a dare appoggio a un gruppo rock per impedire che venga arrestato solo per ave espresso le sue idee, come ai tempi di Stalin. Che tristezza!”

“Anche nel caso del processo alle Pussy Riot si ha l’impressione di arrivare tardi con gli appelli: l’accusa ha già chiesto tre anni per le artiste russe ree di aver dileggiato Vladimir Putin e, soprattutto, di aver irritato la chiesa ortodossa. E la sentenza è attesa per il 17 agosto”. Così l’attrice Ottavia Piccolo.  “Facciamo finta di essere ancora in tempo per modificare le cose: se non potremo incidere su questa sentenza, mettiamo lì un mattone di dissenso per le prossime. Il vizio, non solo russo, di voler imbavagliare le voci critiche anche nel campo più libero, quello dell’espressione artistica, è duro a morire e solo testimoniando sempre per la libertà contribuiremo alla diffusione della democrazia”.

“Che schifo” sottolinea l’attore Massimo Ghini ad Articolo21. “Provo solo schifo per l’ennesima violenza contro la democrazia che dimostra ancora una volta che Putin vive e agisce come un dittatore”.

“Nel 2012 – commenta la cantante Mariella Nava ancora una volta, alcune zone politiche del mondo mostrano di essere antiche dentro. Assurdo, nell’era della comunicazione, non poter avere idee di libertà di idee e di espressione. E qui si aggiunge la gravità di imbavagliare quanto di più libero dovrebbe esistere: la musica, l’arte!”

“Chi si oppone ai bavagli italiani – scrivono nell’appello Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21 –  non può restare in silenzio di fronte al “bavaglio” russo e al rischio che siano lasciate in carcere alcune componenti del gruppo rock antiputiniano Pussy Riot. Non si tratta di un caso isolato, perchè altri oppositori ed altri musicisti rischiano la stessa sorte, esattamente come accadeva durante il regime sovietico. Per queste ragioni abbiamo deciso non solo di aderire a l’appello lanciato da Amnesty International, ma anche di chiedere a tutti gli artisti italiani (come hanno già fatto Elio e le storie Tese) di aderire e di portarlo a conoscenza di tutti i loro spettatori durante le prossime esibizioni”.

All’appello di Articolo21 al mondo dello spettacolo hanno aderito, tra gli altri Fiorella Mannoia, Luisa Ranieri, Ottavia Piccolo, Mariella Nava, Corrado Guzzanti, Stefano Bollani, Massimo Ghini, Giulio Scarpati, Andrea Salerno.


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