Lo scandalo Paragon si allarga a macchia d’olio (di ricino, secondo Dagospia)

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Forse qualcuno si sveglierà adesso che si è sparsa la notizia di Roberto D’Agostino, con il suo Dagospia, spiato con il sistema Paragon. Lo dico con disappunto, dal momento che sono sempre stata fra chi ritiene Dagospia parte di un sistema di informazione “drogata” e per molti versi pericolosa. Ma i fatti sono fatti e sono sotto gli occhi di tutti.

Anche di chi non vuole proprio vedere. Un ex presidente del consiglio, Matteo Renzi, chiede da settimane di indagare sul governo che ha permesso (commissionato?) lo spionaggio dei giornalisti. Già noti da tempo i nomi di Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino di Fanpage, già noti da tempo i nomi di persone impegnate nella ong Mediterranea, compreso un sacerdote, don Mattia Ferrari. L’unica risposta da parte dela maggioranza di governo viene da un ex parlamentare, Italo Bocchino, che afferma di sapere che Casarini, fondatore di Mediterranea, è stato spiato dal governo Conte, che peraltro conferma.

Dopo le denunce dell’ordine dei giornalisti, della Fnsi e di Articolo 21, le procure di Roma e di Napoli hanno fatto partire gli accertamenti. Ancora una volta non resta che sperare che in Italia valga ancora il principio della separazione dei poteri e la magistratura riesca a fare il suo lavoro.

Ma c’è un organo istituzionale che ora più di ogni altro deve fare il suo lavoro: il Copasir. Può desecretare le audizioni dei rappresentanti di Paragon che hanno detto chiaramente di avere avuto l’incarico da organismi governativi. I cittadini hanno diritto di sapere: abbiamo un governo che spia giornalisti e attivisti? Al punto che la società Paragon ha interrotto i rapporti commerciali con il governo italiano per uso improprio dei sistemi venduti dalla stessa società?

Siamo davvero in presenza di un Watergate, ma devono prenderne atto tutti, giornalisti e politici, troppi sembrano ancora distratti. Forse sono davvero strane queste che D’Agostino chiama “cronache dall’Italia all’olio di ricino”.

Naturalmente noi di Articolo 21 abbiamo da tempo messo il caso al centro della festassemblea del 23 e pretendiamo di sapere cosa è successo: se non è stato il governo chi è stato? Il caso non è affatto chiuso, il caso si apre adesso.


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