Italia ispirata da Ponzio Pilato

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“Cristo o Barabba? Palestinesi di Gaza o israeliani di Netanyahou”. Non attese risposta, non volle ascoltare appelli disperati sulla tragedia umanitaria lanciati ripetutamente dall’Onu e da varie organizzazioni umanitarie e l’Italia decise: “Ce ne laviamo le mani”. Almeno Ponzio Pilato prima di farlo fece finta di ascoltare la folla ululante.
Mi vergogno, mi vergogno, mi vergogno come italiano che si riconosce nell’articolo 11 della Costituzione, come uno dei soci fondatori di Articolo 21, come persona che non rinuncerà mai alla propria umanità pur di schierarsi al seguito di qualcun altro.
Ora, la strada di inventarsi scuse per non votare una scelta umanitaria, di solidarietà e di pietà, è un atto di coraggio o di viltà? Possibile che per far finta di essere portatore di un giudizio autonomo il rappresentante italiano all’Onu si è astenuto sulla risoluzione del cessate il fuoco sottoscritta da 120 paesi, osteggiata da 14 e su cui altri 44 si sono astenuti? Così, galleggiando e cercando di non sporcarsi le mani con l’ulteriore sangue che sarà versato a Gaza – sangue di migliaia di bambini, di donne, di anziani – non è stato scontentato il leader abbracciato con trasporto da Giorgia Meloni.
Ed io dovrei assistere a tutto questo senza batter ciglio proprio nella giornata in cui Israele, rispondendo da par suo alla risoluzione dell’Onu, ha cominciato l’invasione di Gaza?
Forse non abbiamo ancora toccato il fondo del discredito internazionale che questo governo sta causando all’Italia, ma certo è una delle pagine più vergognose della storia recente, quella nella quale per decenni abbiamo cercato un ruolo di mediazione nell’interminabile conflitto precostituito scientificamente dai signori della guerra nell’area mediorientale, ma mai eravamo arrivati a confondere i diritti dei palestinesi con il terrore di hamas, tanto da rinunciare alla dignità, all’autonomia di giudizio, al coraggio.


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