“No ai bombardamenti contro la popolazione curda”. Articolo21 aderisce alla manifestazione di oggi, 14 ottobre. Ore 17,30 Piazza S.Apostoli

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Una escalation militare che si sta generando nella Siria già martoriata dalla guerra cominciata nel 2011 e che ha fatto oltre 250.000 vittime, quasi la metà civili, che hanno perso la vita nel conflitto violento contro l’Isis. Il conflitto, per il quale si era costituita una coalizione internazionale dal 2014 con il sostegno degli Stati Uniti di Barack Obama, aveva visto soprattutto donne e uomini dell’esercito curdo battersi in prima linea per respingere l’offensiva del sedicente stato islamico e finalmente costringerlo alla resa. La decisione del Presidente della Turchia Erdogan di attaccare di nuovo la Siria di Bashar Assad, con lo scopo di liberare l’area dai curdi, ha avuto sostanzialmente il via libera dal Presidente USA Donald Trump, che ha così voltato le spalle ai combattenti che hanno guidato la resistenza contro i fondamentalisti islamici dell’Isis.  ” Lo affermano i sindacati unitari CGIL, CISL E UIL, in una nota in cui proclamano una manifestazione a Roma per la pace ed i diritti umani

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APPUNTAMENTO A ROMA : Per la pace e la tutela dei diritti umani e contro ogni deriva militare, i sindacati scenderanno in piazza lunedì 14 ottobre  alle ore 17.30 a Piazza Santi Apostoli.
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In tutto questo il silenzio dell’Europa, che fino ad oggi ha stretto un accordo con la Turchia, chiudendo un occhio sulla più che discutibile guida politica del Presidente Erdogan, in totale contrapposizione con i principi di difesa dei diritti umani cui tutti i valori europei sono ispirati, pagando 6 miliardi di euro per il mantenimento dei campi profughi degli esuli siriani.

L’Europa tace anche di fronte alla minaccia di inviare i profughi verso l’Europa.
Cgil, Cisl e Uil esprimono la preoccupazione dei lavoratori italiani di fronte all’aggravamento della crisi che già determina ulteriori perdite di vite umane e potrebbe destabilizzare completamente gli equilibri politici internazionali.
Fanno appello alla Comunità internazionale perché si fermi immediatamente la deriva militare e si apra una conferenza che affidi alla diplomazia la soluzione di tutti i problemi tuttora aperti nella regione.

CGIL CISL e UIL, anche in linea con le posizioni espresse dalla CES nella lettera inviata ai vertici delle Istituzioni europee, fanno appello al Governo italiano perché si attivi per una iniziativa della Unione Europea che riveda gli accordi con la Turchia e si faccia garante per la ricerca di una soluzione pacifica con l’apertura immediata di una piattaforma multilaterale in sede ONU che garantisca innanzitutto la pace e la tutela dei diritti umani.


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