#CanalediSicilia Una barbarie europea

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Dov’è l’Europa di fronte all’ennesima tragedia del mare che sembra aver trascinato fra le onde settecento disperati, in fuga dalla miseria e dalla guerra? Che senso ha quest’Europa assetata del sangue di chi non si piega ai dogmi liberisti se, al cospetto di un’emergenza che ormai non è più lecito considerare tale, trattandosi di una realtà consolidata, dai suoi vertici non proviene che un miserabile, assordante silenzio? E che senso ha la falsa compassione del governo italiano, lo stesso che ha abolito Mare Nostrum per inseguire Salvini in questa campagna elettorale permanente, quando per alleggerire le cifre agghiaccianti di questa tragedia basterebbe ripristinare l’operazione e battersi a Bruxelles affinché se ne faccia carico l’Unione?
Come si fa ad accettare quest’oceano di ipocrisia, quest’indegna classe dirigente internazionale che applaude papa Francesco e poi fa l’opposto, anteponendo le ragioni del denaro a quelle dei popoli e dell’umanità nel suo complesso?
Perché è inutile proclamare giorni di lutto nazionale o celebrare funerali di Stato, è inutile, e sinceramente fastidiosa, l’indignazione di un momento, quella buona solo per ottenere un titolo sui giornali o l’apertura dei telegiornali, è e sarà sempre tutto inutile fino a quando la suddetta classe dirigente non avrà il coraggio di fare “mea culpa” e di ammettere che questa è sempre stata, ed è ora più che mai, una questione europea, della quale non possono farsi carico solo i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, essendo anche i più deboli ed economicamente in difficoltà.
Allo stesso modo, è inutile porsi sempre le stesse domande e chiedere di rafforzare la stupida missione “Triton”, salvo poi voltarsi dall’altra parte e continuare ad occuparsi unicamente di come strangolare la povera Grecia con riforme criminali il cui solo obiettivo è quello di mettere ulteriormente in ginocchio un paese già allo stremo.
Intervenire stavolta può significare una sola cosa: aprire dei corridoi umanitari e favorire l’arrivo di questi poveri cristi in condizioni di sicurezza; rivedere gli ottusi accordi di Dublino 3, redatti in quel modo solamente per scaricare i crescenti carichi di migranti sulle spalle fragili delle nazioni mediterranee, esentando i ricchi stati nordici dall’assunzione di ogni responsabilità e, soprattutto, stipulare un accordo con l’Egitto del generale al-Sisi al fine di istituire un campo i profughi fra l’Egitto e la Libia, gestito e pagato dall’ONU, con truppe arabe a controllarlo e ispettori internazionali a verificare e contrastare eventuali abusi, allo scopo di accogliere e prendersi cura di queste persone per poi distribuirle equamente fra i vari paesi europei.
Dopodiché, visti i tempi, bisognerebbe compiere un’azione ancor più rivoluzionaria: definire i populisti xenofobi che infestano il Vecchio Continente per ciò che sono realmente e invitare i sedicenti “riformisti” a rivelarsi tali, smettendola di inseguire le idee medioevali di chi lucra sulla disperazione altrui per guadagnare uno zerovirgola in elezioni sempre meno partecipate e credibili.


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