Ciro non c’è più. Ma a ricordarlo ci sono in tanti

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È arrivata da Roma alle 18 la salma di Ciro Esposito all’Auditorium di Scampia, a Napoli. È arrivata nel quartiere dove il giovane era nato e cresciuto fino a 27 anni. Quel quartiere oggi pomeriggio gli ha reso omaggio. Ma non solo quel quartiere. Perché alla veglia per Ciro sono arrivati in tanti e da tutta Italia, come le tifoserie azzurre sparse nell’intera penisola. Questo forse avrebbe voluto lui, il giovane rimasto ferito a morte il 3 maggio scorso, in occasione della finale di Coppa Italia in cui si sfidavano Napoli e Fiorentina. Il calcio, quel giorno, avrebbe dovuto unire. Invece quel 3 maggio ha diviso nella maniera più tragica possibile. Ma ad unire e riunire Ciro ai suoi cari e alla sua città e a tutti i tifosi azzurri d’Italia è stata la camera ardente allestita per lui a Scampia. Un via via di gente, tra familiari, amici, conoscenti, politici, giornalisti ha baciato, aspettando il proprio turno, la bara dove il corpo del ragazzo riposerà fino a domani pomeriggio alle 16, prima dei funerali che si svolgeranno alle 16.30 in piazza Grandi Eventi. È una fiumana umana quella che si è avvicendata oggi davanti al feretro, mentre in prima fila seduta mamma Antonella piangeva, nel suo dolore composto, il figlio scomparso, sorretta dall’affetto dei parenti.

Ciro non c’è più. Ma a ricordarlo ci sono in tanti. C’è il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che dichiara il silenzio stampa. C’è il presidente dell’ottava Municipalità e legale della famiglia Esposito, Angelo Pisani, che ha organizzato l’allestimento della camera ardente insieme a Maria Puddu, dell’associazione Sant’Ivo di Bretagna, scelta dallo zio di Ciro, Vincenzo, come portavoce dei familiari. E ci sono l’assedio e il cordoglio dei tifosi venuti da ogni parte a dare l’ultimo addio al compagno di spalti. Qualcuno ha voluto indossare la maglia del Calcio Napoli. Qualche altro ha lasciato il “Ciucciariello”, simbolo della squadra, accanto alla bara di Ciro. Qualcuno un biglietto o un gadget del Napoli. Tutti hano lasciato l’amore per il calcio e soprattutto per la vita. Come Imma e Pasquale, cugini di Ciro, che ad agosto diventeranno genitori di una bimba. Segno della vita che rinasce, come il pancione di Imma. Come Ciro, di certo, avrebbe voluto.


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