Senza un’informazione libera la democrazia muore

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Ma davvero ci siamo illusi che con una sola settimana di informazione discretamente approfondita sarebbe stato possibile portare più del 30 per cento degli italiani a votare ai referendum, con il governo che invitava a non votare, le scuole chiuse e con il caldo già estivo?
Ma davvero pensiamo che la maggior parte degli italiani sappiano cosa sta succedendo a Gaza?
O cosa significhi nella concretezza delle cose un riarmo del 5 per cento dei paesi europei?
O che siano consapevoli che il governo ha deciso di spiare illegalmente – ripeto spiare – alcuni giornalisti e operatori umanitari, sacerdoti inclusi?

Noi, noi di Articolo21 non lo credevamo e non lo crediamo. Da tre anni, poco ascoltati, denunciamo ogni giorno il progressivo oscuramento dell’informazione libera da parte del governo di destra-destra. Ogni giorno chiediamo che chi ha il potere di farlo denunci la politica di imbavagliamento dei giornalisti, letterale persecuzione di alcuni di loro, il rifiuto di ottemperare agli obblighi sindacali, il massacro della professionalità che sta letteralmente distruggendo la Rai.

Lo scandalo del servizio pubblico non ha precedenti e chi lo nega, blaterando della storica lottizzazione compiuta dai partiti, mente sapendo di mentire. Quello che sta accadendo alla Rai è occupazione militare, azzeramento pressoché totale delle voci libere, persecuzione di chi manifesta indipendenza e autonomia, intimidazione delle redazioni, continuo e violento abuso di potere. Appare ormai indifendibile anche l’attribuzione alla sola Rai del ruolo ufficiale di servizio pubblico e sembra ridicolo un contratto di servizio che non viene mai rispettato.

Caduti nel vuoto i richiami, supportati da numeri e dati, dell’Agcom al rispetto delle regole, i vertici della Rai, al servizio della presidente del consiglio, potranno solo fare danni ancora maggiori. Gli ascolti e i bilanci dell’azienda non gli interessano, a meno che non servano per cancellare qualche programma anche leggermente pluralista. Neppure sono interessati a recuperare terreno nei settori in cui da tempo perdono ascolti e rilevanza: ma vogliamo riflettere sul fatto che una delle partite più epiche della storia del tennis, la finale fra Sinner e Alcaraz, in Italia è stata trasmessa in chiaro da Discovery? E con 5 milioni e mezzo di spettatori sulla rete 9!

Chi si illude che in queste condizioni una qualche riforma sia possibile con una trattativa politica sbaglia e di molto. La maggioranza sta facendo ostruzionismo nella commissione parlamentare di vigilanza, ribaltando la responsabilità sull’opposizione, una vicenda mai vista.

Per contrastare questo regime che oscura l’articolo 21 della Costituzione senza alcun ritegno rimane soltanto il ricorso alle normative europee e alla magistratura italiana ed europea.

Quindi denunciamo la mancata applicazione del Media Freedom Act e prepariamo ogni azione legale possibile a partire dal 9 agosto, dialogando con i partiti a livello europeo, visto che alcuni sembrano intenzionati a dare battaglia.

Resterebbe anche l’ipotesi di fare una grande manifestazione per la libertà di espressione, che – oggi appare incredibile – durante il governo Berlusconi si riuscì a organizzare, e con successo.

Ma francamente, di fronte a quello che sta accadendo, non ci facciamo molte illusioni e ci sentiamo sempre di più una voce che grida nel deserto.


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