Salviamo Elham Modaressi dal regime. E dall’indifferenza

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SOHYLA ARJMAND, iraniana attivista per i diritti umani a cui il regime negli anni Ottanta da ucciso una sorella e un fratello, ci manda il seguente appello indirizzato alle istituzioni, in particolare alla Regione Emilia Romagna

Elham Modaressi, 32 anni, artista iraniana di etnia curda, è una dei tanti manifestanti che si sono opposti all’oppressione durante la rivolta per la morte di Mahsa Amini. Elham è immediatamente scesa in piazza per manifestare pacificamente gridando: “Donna Vita e Libertà”. Il 2 novembre 2022, due settimane dopo l’inizio delle proteste, 11 agenti armati hanno fatto irruzione nella sua casa per arrestarla. Per una intera settimana la sua famiglia non ho avuto alcuna notizia per poi scoprire che era stata trasferita nel carcere Kachouii con l’accusa di attività contro la sicurezza dello Stato e propaganda contro il regime. In carcere ha subito ogni forma di tortura fisica e psicologica per estorcerle false confessioni, una pratica molto usata dalla Repubblica islamica. Inoltre non le sono state fornite cure mediche necessarie nonostante soffrisse di una malattia epatica cronica. La famiglia ha cercato in tutti modi di denunciare le sue condizioni e gli attivisti iraniani in tutto il mondo hanno lanciato campagne in rete per fare pressioni sul regime iraniano.  Il capo dell’apparato giudiziario della regione di Alborz invece ha dichiarato, in una intervista, che Elham riceveva cure mediche adeguate. Elham e la sua famiglia hanno bisogno del nostro sostegno ora più che mai poiché è seriamente ammalata, si trova in condizioni critiche in ospedale da quando, dopo essere stata rilasciata è fuggita in Turchia. Elham ha bisogno di un trapianto di fegato il prima possibile.  Per il trapianto sono stati già raccolti i fondi necessari e potrebbe essere eseguito in Italia, ma perché ciò avvenga è necessario che Elham abbia il permesso di soggiorno per motivi umanitari e straordinari di salute.  Le Istituzioni dell’Emilia Romagna, in particolare la Regione, sempre sensibili alle cause umanitarie, potrebbero assumere questo urgente caso per darle una speranza di vita.

 


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