Puglia, sputano addosso ad una donna perché calva

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Hanno sputato addosso ad una donna perché pelata.

Nuda e cruda un’altra pagina del peggio che la (dis) umanità  possa donare alle cronache di un’estate particolarmente ricca di miserie.

La vicenda arriva da Porto Cesareo, nota affollata località turistica del leccese. Arriva da uno struscio serale colorito in cui come in ogni dove si incontra di tutto. In cui meglio che in altri luoghi si incrociano le differenze, che fanno colore, che fanno vita, ma che purtroppo molto spesso spaventano fino a demolire ogni parvenza di rispetto, comprensione, convivenza civile con gli altri.

Questo ex ante. A definire limiti tra civiltà e inciviltà.

Ex post, nelle reazioni dei protagonisti, quel confine risulta se possibile, ancora più netto e marcato.

Perché a raccontare per prima la vicenda, è proprio la donna che è stata sputata, quella vittima di derisione e violenza che fiera affronta la realtà di petto.

E lo fa con ironia e intelligenza attraverso il suo profilo social.

28 anni, bellissima e “tosta”, ha fatto di un problema di salute un compagno di viaggio, una caratteristica come altre di unicità, una ricchezza.

Risolta, lei, da non aver bisogno di indossare ipocrisie, né parrucche né cappelli o bandana che nascondano l’alopecia.

Tanta maturità e consapevolezza non bastano però a fermare in toto la violenza e l’ignoranza nelle loro molteplici declinazioni. Quel mare limaccioso molto spesso rompe gli argini. E così è stato, in questo caso.

In due, due persone della zona che hanno colto e nome, le hanno sputato addosso della granita alla menta. Ulteriore aggravante: non si trattava di ragazzini.

“L’estate è senza parrucche, è libertà – lo sfogo social della ragazza -. Insegnate ai vostri bambini la gentilezza, la comprensione, l’inclusività, la normalità dell’essere diversi, l’amore. Se invece non siete più dei bambini, imparate tutto questo, perché si “ci sono anche le donne pelate” e no “non sono una strega pelata” non c’è bisogno di sputarmi la granita alla menta addosso” .

Una morale, una lezione alla fine di questa storia sgradevole c’è. La verga proprio la protagonista che non è stata piegata nella sua fierezza. E lo fa attraverso il “come”. Il primo biglietto da visita nell’approccio alla vita.


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