Caso Regeni, Meloni e Tajani non testimonieranno al processo. I colloqui con l’Egitto sono “segreti”

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Una motivazione formale, che guarda agli equilibri internazionali e che lascia interdetto chi si spettava un passo avanti nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni. L’Avvocatura di Stato ha comunicato formalmente i motivi per i quali la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani non saranno sentiti in Tribunale sul caso dello studente ucciso in Egitto. Non possono essere ascoltati come testimoni, come era invece previsto dall’ordinanza del giudice, perché le domande e le risposte dovevano riguardare gli incontri avuti con il governo egiziano e il presidente Al Sisi, colloqui sui quali era stato detto che avevano prodotto rassicurazioni. Ora invece non si potrà avere il riscontro in sede giudiziaria.
“Il contenuto dei colloqui si inscrive nell’abito delle relazioni di politica internazionale e riguarda attività svolta nell’esercizio di uno delle più rilevanti prerogative dell’azione di governo, nella sua più specifica accezione di politica estera. Secondo la prassi internazionale costantemente applicata dagli Stati – scrive l’Avvocatura dello Stato a supporto del parere negativo alle testimonianze dei rappresentanti del nostro Governo in aula – i contenuti dei colloqui, bilaterali o plurilaterali, fra i rappresentanti di governo non possono essere divulgati se non attraverso comunicati congiunti e condivisi. La divulgazione dei medesimi contenuti senza il consenso dello stato estero interessato potrebbe incidere sulla credibilità nella comunità internazionale: il contenuto dei colloqui non è divulgabile” perché “c’è un segreto che non può essere violato”.
Ci aspettiamo che la premier Giorgia Meloni ci convochi per offrirci quelle risposte che non vuole dare in aula riguardo al suo incontro con Al Sisi. È un passaggio necessario per arrivare alla verità sulla morte di Giulio. Ed è quello che ci stanno chiedendo moltissimi cittadini in queste settimane, mostrandoci come al solito la loro vicinanza e solidarietà – hanno dichiarato a Il FattoPaola e Claudio Regeni con il loro avvocato Alessandra Ballerini – Gli avvocati dello Stato si sono costituiti il 14 ottobre del 2021 ufficialmente per stare nel processo a nostro fianco. E siedono fisicamente accanto a noi. Addirittura hanno chiesto un risarcimento per la perdita che lo Stato italiano ha avuto per la perdita di nostro figlio. E poi depositano a nostra insaputa una nota che, di fatto, impone al giudice di revocare la decisione di convocare Tajani e Meloni rischiando così di bloccare il processo. Chi aveva detto quindi he avrebbe combattuto al nostro fianco in realtà ci vuole impedire di avere un processo e quindi di avere giustizia. Questo ci addolora molto”.


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