L’inferno della violenza domestica nascosto dai tribunali

0 0

Inferno” è una puntata speciale della video inchiesta “Crimini invisibili”, una indagine che ho cominciato diversi anni fa e pubblicata lo scorso anno sul giornale online DonnexDiritti Network ft International Women e sul Corriere della sera. Un’indagine che ricomincia oggi nella Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, proprio per il numero delle donne disperate che mi hanno contattato nel frattempo e che vogliono far emergere la loro voce perché non sanno come uscire dall’incubo. Si tratta violenza domestica occultata nei tribunali e della punizione che ricade sulle madri che cercano protezione nella giustizia dove vengono trattate come bugiarde e per questo punite attraverso perizie psicologiche prive di fondamento. L’inchiesta indaga la violenza contro le donne ma anche contro i bambini e le bambine, attraverso le voci di mamme che hanno perso i loro figli solo per aver denunciato maltrattamenti, abusi, violenza domestica e assistita, e per questo condannate dai giudici in un sistema diventato ormai perverso.

La scoperta degli abusi

Ma “Inferno” va oltre perché il racconto è quello di Maria (nome di fantasia) che scopre incredula gli abusi sessuali del marito sui figli in una situazione che ben presto diventa un incubo. Una donna che non riesce a credere e che cerca di capire come sia possibile che proprio l’uomo con cui condivide la sua vita stia molestando sessualmente i figli. In un crescendo di “scoperte” agghiaccianti, Maria tenta di proteggere i bambini denunciando quanto succede in casa sua alla Procura che dopo un interrogatorio di 5 ore avvia una indagine, bloccata però subito dopo dagli assistenti sociali che negano che questi abusi ci siano malgrado i riferiti molto chiari dei minori.

La punizione del tribunale

Ma è nel momento in cui Maria cerca di separarsi che l’incubo diventa un inferno, in quanto saranno le stesse istituzioni a punirla per aver osato denunciare la violenza sessuale sui figli. Grazie a una consulenza tecnica d’ufficio in cui lo psicologo sostiene che i bambini abusati non possono rendersi conto di esserlo e che per questo non sono credibili nel momento in cui riferiscono di essere molestati, lei viene bollata come “alienante e malevole” e accusata di manipolare i figli inculcando i racconti nella loro testa. Nel paradosso più assoluto, Maria si ritrova sul banco degli imputati, e accusata di essere l’artefice maligno di quanto succede in casa sua, al punto che le stesse sue dichiarazioni vengono alterate dal Ctu che non solo nega gli abusi, ma omette anche i suoi riferiti. Ctu che decreta nero su bianco di togliere i bambini a lei e di collocarli direttamente dal padre.

La disperazione dei bambini

I bambini sono ormai disperati, non vogliono vedere il padre e accusano malori fisici e psicologici importanti, ma anche quando cominciano a parlare e a raccontare agli assistenti sociali e alle maestre cosa ha fatto il padre nei loro confronti, non solo non vengono creduti ma non sono neanche presi in considerazione. Bambini che dichiarano chiaramente le molestie subite e che non considerano il padre come un “genitore” vero e proprio dicendo che “gli ha fatto cose brutte” e chiamandolo per nome.

La punizione esemplare

La mamma disperata cerca supporto ma alla fine il giudice deciderà di togliere i bambini a lei perché appunto “alienante”, e di collocarli in casa famiglia per far riprendere i rapporti del padre con i figli anche se loro non lo vogliono vedere e che si sentono male al pensiero di dover stare con lui. Pochi giorni fa i bambini sono stati presi con la forza: un prelievo in cui si sono presentate due ambulanze, diverse macchine delle forze dell’ordine, una ventina di poliziotti, due camion dei vigili del fuoco, un vigile urbano, carabinieri, assistenti sociali, personale sanitario, e due uomini delle forze dell’ordine con il cane antidroga. L’intera via è stata chiusa al traffico, è stato forzato il cancello, rotto il meccanismo automatico, ed è stata sfondata la porta di casa dove i bambini terrorizzati si erano barricati da soli, dato che la madre è stata immobilizzata, buttata a terra e ammanettata da due agenti. Da quel momento la mamma non ha più visto suoi i figli.

Crimini invisibili” è una video inchiesta realizzata da Luisa Betti Dakli, giornalista esperta di diritti umani e direttrice del giornale online DonnexDiritti Network ft International Women, sulla violenza domestica occultata nei tribunali raccontate dalle donne che l’hanno subita. Le storie di queste sopravvissute e dei loro figli sono disponibili in anteprima sul Corriere.it e sottotitolate in inglese su DonnexDiritti Inchieste, sul canale YT di DonnexDiritti Network e International Women


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21