Il monitoraggio della stampa di Ferrara: “Ai tempi di una pandemia. Nessuno è straniero”. Il report di Occhio Ai Media

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“Occhio Ai media”: a dirlo non è chi non vuole la libertà di stampa ma al contrario studia, esamina, analizza e pubblica un report molto accurato sulla disinformazione e monitorato mediante “controllo durante il lockdown Covi-19 e discriminazione mediatica. Un monitoraggio della stampa ferrarese”. A farlo è stata la redazione Occhio Ai Media, formata da un gruppo di giovani di diverse nazionalità, impegnati nel seguire e segnalare articoli discriminatori nei confronti delle minoranze etniche che sono stati pubblicati sulla stampa sia locale di Ferrara che a livello nazionale. Un progetto implementato anche grazie alla fattiva collaborazione dell’associazione Cittadini del Mondo di Ferrara. La particolarità di questo progetto è data non solo dalla segnalazione di contenuti razzisti, discriminatori, xenofobi, ma anche dal confronto e discussione tra i redattori di Occhio Ai Media per poi invitare i giornalisti e i direttori delle testate responsabili di aver scritto e pubblicato notizie distorte dalla effettiva realtà dei fatti. La loro attività ha prodotto “Nella mia tendopoli nessuno è straniero” , pubblicato monitoraggi e video:  “5 modi per contrastare il razzismo” e “Occhio all’odio” nel 2018; nel 2019 il libretto “Sono solo parole” (monitoraggio della stampa locale effettuato durante i tre mesi di campagna elettorale per le amministrative di Ferrara) e “Occhio Al Profilo Etnico”; nel 2020 il secondo monitoraggio “Ai tempi di una pandemia nessuno è straniero” (monitoraggio stampa locale durante marzo, aprile e maggio 2020); nel 2021 il cortometraggio “GAD”, nato in conseguenza del monitoraggio “Ai tempi di una pandemia nessuno è straniero”,

La redazione è composta da Adam Atik, Federica Eneji, Malek Fatoum, Marco Paolati, Mary Babetto, Mudassar Ali, Shahzeb Mohammad, Sonia Riccitiello. Il progetto che ha portato alla pubblicazione è stato coordinato da Robert Elliot, l’elaborazione statistica coordinata da Sonia Riccitiello, la revisione dei testi da Carola Peverati e Claudia Trequadrini. La grafica è firmata da Shahzeb Mohammad. Nei crediti figurano Paola Barretta della Carta di Roma, Miriam Cariani della Cgil Ferrara Ufficio Migranti. Sead Dobreva, Orsetta Giolo (Università di Ferrara), David Komedza, Emilio Santoro dell’Università di Firenze.

(foto di repertorio realizzata in precedenza alla pandemia da Covid-19)

 

 

La ricerca è stata introdotta con il video “Occhio Al Profilo Etnico” (e dall’incontro con Orsetta Giolo e Emilio Santoro) per poi proseguire nel secondo monitoraggio “Ai tempi di una pandemia nessuno è straniero“.  Orsetta Giolo  è docente di Filosofia del Diritto dell’Università di Ferrara insieme a Emilio Santoro fondatore di L’Altro Diritto. Il progetto nasce dallo studio che ha analizzato l’uso da parte delle forze dell’ordine, senza alcuna giustificazione oggettiva e ragionevole, di pregiudizi fondati sulla razza, il colore della pelle, la lingua, la religione, la nazionalità o l’origine nazionale o etnica quando procedono a operazioni di controllo, sorveglianza o indagine.

Sonia Riccitello:«Abbiamo creato un  video con delle interviste che abbiamo intitolato “Occhio al profilo etnico”), contrapponendo la consapevolezza di ragazzi bianchi rispetto alle esperienze vissute da ragazzi di diverse origini straniere e con differenti colori della pelle». La ricerca di Occhio Ai Media si è basata sulla raccolta di articoli sia locali che da testate nazionali apparsi sulla stampa e focalizzati su una zona di Ferrara, il GAD dove «per la presunta presenza massiccia di delinquenti, spesso associati a nazionalità straniere. Questo ha portato nel tempo a una maggiore disposizione di forze dell’ordine nella zona e ad un aumento del controllo documenti, in particolare indirizzato a stranieri e cittadini dalla pelle scura».

L’indagine si è avvalsa anche da testimonianze dirette da parte di abitanti del quartiere fermati spesso solo perché transitavano per strada. «Il nostro intento è anche quello di far conoscere un disagio che non tutte le persone in Italia provano: una persona di pelle scura è sottoposta a controlli casuali dei documenti – scrive la redattrice Sonia Riccitiello – per strada con molta maggior probabilità di una persona dalla pelle chiara. Da parte dei media osserviamo un atteggiamento di esasperazione e concentrazione sulla nazionalità, origine e status politico (rifugiato o richiedente asilo) dell’autore del reato, mostrando un atteggiamento diverso quando il reo è italiano».

La pubblicazione si concentra su molte tematiche sociologiche-culturali e analitiche nei confronti dei media tra cui  Il monitoraggio (I dati. Le espulsioni Covid-19/ 3- Razzismo istituzionale (Il muro degli uffici. Il muro della Questura. Defund the police), Ferrara: come inventare l’apartheid (Buoni spesa a Ferrara. Demonizzazione mediatica della zona GAD. Situazione in altre città. Commento dell’Associazione Carta di Roma), Corona-Jihad: musulmani in India accusati di contagio), Antivirus o antistraniero?”.

( foto di repertorio realizzata prima della pandemia da Covid-19)

I ricercatori di Occhio Ai Media sono partiti analizzando i dati raccolti nonostante il difficile periodo dovuto alla pandemia con le conseguenti limitazioni e restrizioni. Abbiamo incontrato i giovani redattori di Occhio Ai Media per farci spiegare come è nata la loro iniziativa. «Un progetto che non è nato dal nulla ma dal monitoraggio della stampa locale di Ferrara che pubblicava notizie sul quartiere GAD (Giardino Arianuovo Doro) nei tre mesi pre elezioni nel 2019 e nei primi tre mesi del lockdown – spiega il regista Shahzeb Mohammad autore anche del video “GAD – con l’obiettivo di analizzare tutti gli articoli che riguardassero il tema dei controlli sulle strade del quartiere da parte delle forze dell’ordine nei confronti degli stranieri nei mesi di marzo, aprile, maggio. La scelta è stata fatta scegliendo tre quotidiani principali di Ferrara (La Nuova Ferrara, Il Resto del Carlino, Estense.com) basandoci sulle edizioni cartacee de La Nuova Ferrara, online che su carta del Resto del Carlino e solo online di Estense.com. Io abitando in questo quartiere mi sorprendo di come è stata dedicata in modo eccessivo l’attenzione su questa zona della città che è vastissima e comprende due terzi della città e dista poche centinaia di metri dal centro storico.

Qui sorgono i due grattacieli di Ferrara e i due palazzi che risalgono all’epoca medievale e rinascimentale. Ci siamo concentrati sul piano realistico per dedicare un focus sulla stampa locale. Per capire come viene vissuta questo fenomeno ci siamo rivolti alle associazioni, ai residenti e ai commercianti che si impegnano per non abbandonare il territorio in mano alla criminalità. Purtroppo le notizie che venivano pubblicate creavano una visione distorta in cui ogni responsabilità veniva rivolta alla comunità nigeriana e nei confronti degli immigrati. La presidente dell’associazione nigeriani ci ha spiegato come non si riesca a differenziare tra cittadini onesti e quelli che hanno commesso dei reati per via dell’ignoranza nello scambiare tutti colpevoli solo perché sono di pelle scura». Mary Babetto precisa che il loro lavoro «non vuole escludere il problema negando che esista e non abbiamo nessun intento per normalizzarlo o sottovalutarlo.

La stampa locale e i giornalisti dovrebbe riportare i fatti di cronaca con maggiore oggettività e in modo corretto. Le notizie che sono state pubblicate riportando esclusivamente segnalazioni sugli stranieri ».

Adam Atik nel corso dell’intervista ai componenti della redazione di “Occhio Ai Media” segnala anche la strumentalizzazione che si è venuta a creare da parte della BBC inglese, Striscia la Notizia di Canale 5 e di come ha trattato il problema anche il settimanale L’Espresso.

In risposta al reportage realizzato dalla BBC si legge nella pubblicazione “Ai tempi di una pandemia. Nessuno è straniero” la risposta inviata agli autori inglesi: «Nel vostro reportage su Ferrara “Come l’estrema destra italiana spera di provocare una scossa politica” mancano due fatti importanti. Il primo è che Ferrara è, ed è sempre stata, una città incredibilmente sicura, pacifica e con un tasso di criminalità in costante calo (vedi il rapporto del Ministero Italiano degli Interni, 30 gennaio 2019: “Ferrara, in calo i reati”. In secondo luogo, il senso di paura – in particolare degli stranieri – a cui fanno riferimento molte delle persone intervistate nel reportage, è molto legato alla tendenza della stampa locale di collegare il crimine e la violenza con l’immigrazione. Secondo un recente report (“Sono solo parole”) pubblicato dal gruppo locale di monitoraggio “Occhio ai media” e dall’Associazione nazionale di giornalisti “Carta di Roma”, nei primi tre mesi precedenti alle elezioni comunali di Ferrara di aprile 2019, il 72% di tutti gli articoli riguardanti i migranti e le minoranze etniche nella stampa locale trattavano il tema della criminalità e sicurezza. Nonostante quello che il vicesindaco dice all’inizio del video, nulla che possa in alcun modo essere descritto come una “rivolta” è mai accaduto a Ferrara, e uno dei recenti cosiddetti “accoltellamenti – raccontato alla stampa nazionale dal vicesindaco stesso – si è rivelato del tutto falso in quanto non c’era un coltello. Forse questi fatti avrebbero dovuto essere verificati».

Roberto Elliot spiega quali sono stati gli intenti da cui è nata la ricerca: «Il modo di riportare l’informazione sull’attività di controllo anti Covd-19, che tende non solo a colpevolizzare le minoranze etniche per un fenomeno del quale sono vittime come tutti, ma anche a deviare l’attenzione del lavoro esemplare svolto dalle forze dell’ordine nella lotta contro la diffusione del virus, caratterizzandolo come operazione di profilazione etnica»

 

Una ricerca che si avvale di grafici e tabelle a corredo dell’analisi effettuata sfogliando le tre testate giornalistiche locali di Ferrara, in cui si possono comprendere come gli articoli dedicati al GAD, mirino a dare un’informazione che mira a dare una risonanza ben precisa: «Analizzando nel dettaglio i 99 articoli riguardanti la zona GAD, si nota come la grande maggioranza (58%) riguardi i controlli in zona GAD indetti dal Questore (ufficialmente per motivi di sicurezza), in misura doppia rispetto ai controlli anti Covid-19 (27%), che invece, come visto rispecchiano la maggioranza sul totale complessivo degli articoli. Nei reportage, grazie anche a particolari scelte editoriali, questa distinzione spesso non è evidente: agli occhi dei lettori appaiono semplicemente controlli effettuati su soggetti stranieri».

 

 

 

 

 

 


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