Altre minacce mafiose a Paolo Borrometi. Frasi terribili negli atti dell’inchiesta Plastic free

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Un’altra operazione antimafia a Ragusa e anche questa, negli atti, rivela pesanti affermazioni contro Paolo Borrometi, il giornalista finito sotto scorta proprio per i suoi articoli dettagliati sulla criminalità organizzata in quella parte della Sicilia. “Testa di scecco, Borrometi. Passa i guai…povero cretino” è una delle terribili frasi che si possono leggere nella misura restrittiva emessa dal Tribunale. “C’è un odio dei mafiosi nei miei confronti pazzesco. – ha commentato Borrometi – Voglio pubblicamente ringraziare i magistrati della Procura Antimafia di Catania e la Polizia di Ragusa (il Questore Salvo La Rosa, il Capo della Mobile Nino Ciavola e tutti, sottolineo tutti, i poliziotti). Per quanto riguarda i boss sono orgoglioso del loro odio, scrivevo su tutti questi malacarne da anni, facendo i loro nomi, denunciando le loro malefatte e pubblicando le loro foto. Oggi, dopo tanti anni, una grande emozione. Non pretendo le scuse di chi mi diceva che mi inventavo tutto, ma a quelle stesse persone oggi chiedo di ringraziare le forze dell’ordine e la magistratura. Almeno questo. Io non so se, come dicevano i boss, “passerò i guai”, posso solo dire che lo Stato è più forte. Lo Stato siamo ognuno di noi!”. L’operazione dalla quale emergono le nuove minacce ha portato a 15 arresti nonché a sequestri preventivi di aziende che operano nel settore del riciclo delle plastiche, di qui il nome dell’inchiesta “Plastic free”, appunto, che ha riguardato la provincia di Ragusa e ha colpito  la “stidda” e i suoi interessi nel traffico illecito di rifiuti aggravatoTra i reati contestati ci sono l’estorsione pluriaggravata, l’illecita concorrenza con minaccia, le lesioni aggravate, la ricettazione, la detenzione ed il porto di armi da sparo ed il danneggiamento seguito da incendio. Il nome eccellente nell’elenco degli indagati colpiti da provvedimenti restrittivi è quello di Claudio Carbonaro, un pentito che si era attribuito 60 omicidi, ma che secondo gli investigatori stava già progettando la riorganizzazione della cosca una volta tornato in Sicilia.

L’associazione Articolo 21 ribadisce la vicinanza al Presidente Paolo Borrometi e ringrazia gli investigatori per il lavoro straordinario di ricostruzione del potere e degli interessi mafiosi in provincia di Ragusa. Le minacce non fermeranno le inchieste giornalistiche di Paolo e Articolo 21 continuerà a rilanciarle ogni giorno. La mafia ha paura dei riflettori e per questo noi li terremo sempre accesi.


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