La piccola Noemi si è svegliata e nelle stesse ore preso il killer. Adesso riflessioni sulle vere emergenze

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Noemi, la piccola Noemi si è svegliata, e insieme a lei siamo tutti un po’ usciti da quel coma  pieno di domande dove eravamo sprofondati la sera in cui è stata ferita soltanto perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, in un quartiere sbagliato di Napoli. Eppure proprio quella città si è ribellata all’orrore e ha gridato forte, in piazza, la vicinanza a Noemi e  il bisogno urgente, di avere un nome cui attribuire la responsabilità penale del tentato omicidio di una bambina. Il destino, insieme forse al le preghiere della Napoli cattolica e alla speranza civile dei napoletani, ha voluto che la bimba riaprisse gli occhi e ricominciasse a respirare nelle stesse ore in cui è stato individuato e arrestato il killer. L’uomo accusato di aver sparato tra la folla è Antonio Del Re, un ragazzone sovrappeso di 28 anni, dei Quartieri Spagnoli, inserito nella rete del traffico di droga. Il 3 maggio scorso il suo obiettivo era quello di tendere un agguato a Salvatore Nuccaro ma poi, per un “incidente di percorso” dei proiettili ha colpito Noemi, soli quattro anni, che si trovava lì con la nonna. Dunque adesso si sa che quell’episodio non c’entra nulla con questioni personali, è stato un agguato di camorra, una vendetta nell’ambito del mercato della droga. Come si è visto nel video Antonio Del Re è l’uomo che, con totale freddezza e indifferenza, scavalca per due volte la bambina rimasta a terra. E non voleva farsi raggiungere Del Re, era scappato a Siena, a centinaia di chilometri da Napoli, conscio di aver fatto un errore grave e che la città, la sua città si era sentita ferita, insieme a Noemi. L’ultima settimana è stata una prova sociale per Napoli e per il resto del Paese, tutti commossi ad aspettare il risveglio di Noemi e quando è successo davvero i medici dell’ ospedale Santobono si sono trovati davanti al loro miracolo. Ma in questi sette giorni è successo molto altro: è emersa una lacuna grave nel controllo del territorio a Napoli e la tracotanza che esprimono i cartelli locale della droga. Il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, che i luoghi li conosce bene e ancora meglio sa descriverne la geografia criminale, aveva detto che a Napoli si erano viste scene da Medioevo e che ciò nonostante per la politica la camorra “non è una priorità” . Difficile, anzi impossibile, contraddire il procuratore o confutare il contenuto delle sue parole. Da mesi il dibattito politico è impegnato sul “problema dei migranti” e sui “porti chiusi” a chi cerca di scappare dalla guerra. Ora che è stato arrestato un componente del sistema criminale che si regge sulla droga val la pena (forse è necessario) ricordare che nei porti italiani sbarcano quantitativi industriali di droga per il traffico gestito dalle organizzazioni criminali. Chiudere i porti allo stoccaggio illegale di droga è una frase che non abbiamo ancora sentito.


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