“Contro i bavagli di ieri e di oggi: ora e sempre Resistenza”. Napoli. Sit-in 25 aprile

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“Contro i bavagli di ieri e di oggi: ora e sempre Resistenza” è la proposta e viene rilanciata a gran voce mercoledì 25 aprile, il giorno in cui si festeggia la Liberazione. Quella libertà soffocata durante il regime e messa a rischio ancora oggi dalle minacce, dalle querele bavaglio, dal carcere per i giornalisti e dagli ultimi intollerabili episodi di violenza in Italia. Al Pan | Palazzo della Arti di via dei Mille 60, alle 10,30, davanti alla Mehari di Giancarlo Siani, cronista del Mattino ucciso dalla camorra, si incontreranno i vertici campani e nazionali di Ordine e Sindacato dei giornalisti, e di Articolo21 per festeggiare la libertà e ricordare che ancora oggi, c’è chi non può goderne. Interverranno le massime cariche degli organismi di categoria, il segretario generale e il presidente della FNSI, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, il segretario del Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, la rappresentante di Articolo21 per la Campania, Désirée Klain e la presidente di Hamef Onlus, Fatou Diako.

Nel giorno in cui si celebra la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, a Napoli l’organizzazione di in una manifestazione per la libertà di stampa. Un modo per ribadire che le restrizioni al libero pensiero vissute in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, si stanno ripetendo, costantemente, in paesi come la Turchia, la Siria, lo Yemen, la Corea del Nord. Tanti, troppi sono i giornalisti che hanno perso la vita per raccontare e resistere a queste dittature. Perché in questi casi, dietro un articolo si cela la speranza di essere ascoltati, di poter cambiare le cose. Giornalisti che hanno subito il carcere, le torture e che non rinunciano per questo a difendere la loro verità. Lo stesso spirito che ha caratterizzato il lavoro dei tanti cronisti minacciati tra Napoli e Caserta, che portano avanti inchieste in territori difficili, dove gli “attori” delle minacce si possono incontrare ogni giorno..


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