A 27 anni dal crollo del muro di Berlino nuovi muri si stagliano all’orizzonte

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Dal 2005 per il Parlamento Italiano il 9 Novembre è il giorno della libertà, una data in cui ricordare la vittoria delle democrazie sul totalitarismo. Questa data è stata scelta poiché nel 1989 il 9 Novembre cadeva il muro di Berlino, simbolo della Cortina di Ferro che aveva diviso l’Europa.

Nell’abbattimento del muro un ruolo fondamentale era stato quello degli Stati Uniti, riassunto nel famoso discorso del Presidente Regan del 1987 tenuto alla Porta di Brandeburgo a Berlino, in cui disse: “Accogliamo con favore il cambiamento e l’apertura, perché crediamo che la libertà e la sicurezza vadano insieme, che il progresso della libertà umana non può che rafforzare la causa di pace nel mondo. C’è solo un’azione che i sovietici possono fare che sarebbe inconfondibile, che farebbe avanzare drammaticamente le cause delle libertà e della pace. Segretario generale Gorbačëv, se cerca la pace, se cerca la prosperità per l’Unione Sovietica e per l’Europa orientale, se cerca liberalizzazione, venga qui a questa porta. Signor Gorbačëv apra questa porta. Signor Gorbačëv, Signor Gorbačëv, abbatta questo muro!”

Da allora l’Occidente ha lavorato duramente per l’abbattimento di ogni tipo di muro contro: i gay, la parità uomo donna, le discriminazioni razziali e religiose. Questo desiderio ha portato anche alla firma dell’accordo di Schengen, eliminando i controlli alle frontiere interne e stabilendo una libertà di movimento per tutti i cittadini dei paesi firmatari senza precedenti in Europa. Tuttavia nell’Europa dell’emergenza migranti si comincia a fare marcia indietro e nazioni come l’Ungheria decidono di ricostruire quanto sembrava abbattuto per sempre in Europa.

Da settembre, oltre ai già sigillati 42 chilometri, lungo il confine con Serbia e Croazia L’Ungheria decide di ampliare la barriera anche al confine serbo. Il Premier Orban ha infatti dichiarato: “Muri funzionano, no a corridoio umanitario”.

A queste affermazioni oggi segue il messaggio lanciato dall’America con l’elezione del nuovo Presidente Donald Trump, amara coincidenza che egli sia stato eletto proprio nello stesso giorno in cui 27 anni fa cadeva il muro di Berlino. Infatti, uno dei punti più discussi del programma del neoeletto Presidente USA è proprio quello sulla politica alle immigrazioni, verso le quali Trump ha dichiarato “tolleranza zero” annunciando la costruzione di un MURO lungo il confine con il Messico. A Phoenix, il primo settembre di quest’anno, Trump ha dichiarato: “Costruiremo un grande muro lungo il confine meridionale e il Messico lo pagherà, credetemi, al 100%” sarà “un muro impenetrabile, alto, imponente e bello”.

Che spesso l’America abbia celato dietro la bandiera della democrazia e della libertà interessi economici e politici è noto a tutti, ma questa elezione e la scelta di far prevalere una politica isolazionistica forse cambieranno per sempre l’immagine dell’America.

Nel suo discorso di insediamento Trump ha detto: “Lavorando insieme, affronteremo l’urgente problema di ricostruire la nazione e rinnovare il sogno Americano” Ma in realtà, tenendo conto del suo programma elettorale e delle sue affermazioni oggi il sogno americano sembra tramontare per sempre.


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