Giornalisti attaccati nel Caucaso: “Hanno organizzato tutto a fini promozionali”

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Giorni fa questo portale aveva dato notizia del brutale attacco subito il 9 marzo, al confine tra Inguscezia e Cecenia, da un gruppo di giornalisti e attivisti per i diritti umani. Venti uomini dal volto coperto avevano attaccato il gruppo (che comprendeva la corrispondente di Radio Svezia Maria Persson Lofgren, il reporter norvegese Oystein Windstad e due esponenti del Comitato russo contro la tortura) a colpi di pugnale, urlando accuse di terrorismo e dando fuoco al furgone su cui viaggiava.

Nurdi Nukhazhiyev, l’ombudsman per i diritti umani della Repubblica cecena, è sicuro di sapere come sono andate le cose: si è trattato di un’azione premeditata organizzata da Igor Kalyapin, che è il presidente del Comitato russo contro la tortura, “a fini promozionali”.

In un’intervista, Nukhazhiyev ha persino oltraggiato la memoria di Natalya Estemirova (nella foto), l’attivista per i diritti umani dell’Ong Memorial assassinata nel 2009: “L’autopromozione è la cosa più importante. Che è successo dopo l’uccisione di Natalya Estemirova? Memorial è stata omaggiata, ha ricevuto premi, onorificenze. Ecco com’è andata”.

Per ristabilire la verità, va ricordato che Natalya Estemirova venne rapita a Grozny, la capitale cecena, e ritrovata morta in Inguscezia. All’epoca stava indagando su una serie di sequestri, torture ed esecuzioni extragiudiziali in Cecenia. Per questo motivo, mesi prima il presidente ceceno Ramzan Kadyrov l’aveva minacciata. Dice Nukhazhiyev che né la Cecenia né l’Inguscezia avrebbero tratto alcun beneficio dall’attacco del 9 marzo. Perché allora le autorità cecene continuano a etichettare i giornalisti indipendenti come “nemici del popolo”? E perché Ramzan Kadyrov insiste a offendere pubblicamente il Comitato russo contro la tortura?

Domande cui Nukhazhiyev non ha risposte. Ai commenti dell’ombusdman sui diritti umani hanno replicato, con amarezza e sarcasmo, lo stesso uomo da lui accusato, Igor Kalyapin (“Il compito di Nukhazhiyev è quello di proteggere l’immagine pubblica di Kadyrov”) e Svetlana Gannushkina, nota e coraggiosa attivista per i diritti umani: “Nukhazhiyev è l’ombusdman dei diritti umani di una persona. E non commento ulteriormente per evitare il disgusto”.


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