Il festival di questa “strana associazione” che si occupa della cura del vero. Il dibattito della serata conclusiva

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“Questa strana associazione che parla dei problemi dell’informazione per i suoi 20 anni si è regalato un Festival”. Roberto Natale apre a modo suo l’ultima serata della quattro giorni di Castiglioncello e dall’incipit si capisce subito che il dibattito offrirà spunti e riflessioni sul giornalismo di oggi e su quello, possibile, di domani, sul rigore necessario, sui problemi e sulle speranze. Ma soprattutto sugli anticorpi del vero, liet motiv della serata magica al Castello Pasquini con la limonaia piena di spettatori che sembrano non voler perdere nemmeno una parola. E di parole, frasi, concetti, se ne conteranno tanti nel corso della serata. Si parla di qualità dell’informazione e dei falsi. “Le fake news sono frutto di manipolazioni della realtà, sono costruzione della nebbia per impedire di conoscere la realtà”, riassume la professoressa Laura Nota. Poi tocca a Sigfrido Ranucci, direttore di Report e al giornalista della stessa testata Giulio Valesini che spiegano cosa è successo durante la pandemia e perché è stato così complicato riferire alle persone cosa stava accadendo. “Per assicurare buone inchieste giornalistiche bisogna evitare l’impatto delle querele temerarie. C’è una legge bloccata da anni in Parlamento”, ha anche sottolineato Ranucci. Della necessità di verità e della attenzione da parte di chi produce informazione ha parlato Roberto Reale: “Abbiamo bisogno di anticorpi di verità. Cura del vero è anche accuratezza, è stare attenti a cose che si danno per scontate”.

“Questo è il tempo del giornalismo di testimonianza. Pensavamo che tutte le risposte fossero in internet, poi la guerra in Ucraina ci ha detto che non era così”, ha affermato  Nello Scavo dopo aver ricordato Andrea Rocchelli, ucciso nel 2014 molto prima che iniziasse questa orribile guerra.
“L’informazione non è un bene solo nostro, ma di tutti e della comunità democratica”, ha ribadito Monica Andolfatto a proposito della necessità di curare il vero nel giornalismo.

“Vorrei che questo festival non finisse mai”, ha detto la  vicesindaca di Rosignano Marittimo, Licia Montagnani, motore dell’organizzazione insieme a Elisabetta Cosci di Articolo 21 Toscana e ad una squadra di collaboratori e volontari dell’ente locale. “Crediamo di aver dato un contributo alla cura del vero, al diritto ad essere informati”, ha sostenuto il sindaco di Rosignano Marittimo, Daniele Donati.
Il Festival di Articolo 21 chiude con un ottimo successo di pubblico e un bagaglio di riflessioni sulla buona informazione e sul ruolo che essa può avere in questa democrazia. E già si pensa all’edizione 2023.


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