Giornalismo sotto attacco in Italia

“La pretesa di Ghiglia irricevibile e pericolosa”. L’intervista di Roberto Natale (cda Rai) a Repubblica

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Riportiamo l’interessante intervista di Roberto Natale a Giovanna Vitale per Repubblica a proposito della richiesta di Ghiglia di bloccare un servizio di Report che lo riguardava.

«Sarebbe stato gravissimo se la Rai avesse ceduto a una pressione che sa tanto di censura preventiva».
Roberto Natale, consigliere di amministrazione in quota centrosinistra, apprezza la scelta dei vertici del servizio pubblico: «La richiesta di bloccare la puntata di Report era irricevibile e avrebbe creato un pericoloso precedente».

Perché consigliere?
«Le trasmissioni si guardano ed eventualmente si contestano dopo la messa in onda. Peraltro Ghiglia nella lettera di diffida ipotizza una serie di reati, ma non prende in considerazione che ci si possa basare su fonti giornalistiche, senza bisogno di commettere furti di dati o violazione di corrispondenza».

Lui ha però denunciato pesanti intrusioni nella sua vita privata. Non c’è il rischio che si sia andati oltre il sacrosanto diritto di cronaca?
«Anche qui non considera che c’è indubitabilmente un interesse pubblico a conoscere come agisce, in base a quali criteri si muove e decide il Garante della privacy. Specie nel suo caso, l’invocazione della riservatezza suona stridente».

Per quale motivo?
«Ghiglia non è oggetto di inchiesta giornalistica in quanto comune cittadino, ma come membro di un’Autorità pubblica di garanzia. Sta parlando non di fatti privati, ma connessi all’esercizio della sua funzione. Insegnava Rodotà che in casi come questi il livello di riservatezza si abbassa».

Quindi Report ha fatto solo il suo mestiere?
«Le faccio un esempio. Se io, da consigliere di amministrazione Rai, confido a un collega che vorrei far promuovere una persona non per meriti professionali ma per affinità politiche o simpatie sentimentali, non posso invocare il diritto alla riservatezza perché queste conversazioni illuminano il modo in cui io esercito il mio ruolo in un’azienda pubblica».

Ma lei è sicuro che siano state captate in modo lecito?
«È chiaro che se c’è un reato andrà perseguito. Se invece si tratta di fonti che magari dall’interno dell’Autorità hanno informato il gruppo di Report si tratta di un’inchiesta giornalistica, non di intrusione informatica».

Ghiglia rileva accanimento in quanto vicino a Fratelli d’Italia.
«Prima di parlare di accanimento sarebbe opportuno che spiegasse cosa ci faceva nella sede di FdI il giorno prima che il Garante multasse Report per 150 mila euro. Lui prima ha negato, poi ha detto che aveva un appuntamento con Italo Bocchino e invece in queste ore si scopre che il giorno prima aveva annunciato che sarebbe andato da Arianna Meloni. Quanto meno una condotta incauta».

La destra vuole imbavagliare Report, come sostiene Ranucci?
«Report ha subito in questi anni molti attacchi. Dopo l’attentato al conduttore c’è stato un moto di solidarietà trasversale. Cogliamo questa occasione per rompere la cappa che grava sull’informazione Rai. Un clima di pressione che ha rattrappito l’offerta del servizio pubblico, lasciando dei buchi che la concorrenza ha saputo sfruttare. È ora di dire basta».
(Da La Repubblica)


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