“Sono il secondo giornalista di Fanpage ad essere stato spiato: e ancora non so da chi né perché”. Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage, racconta la sua storia in diretta in un articolo pubblicato dalla testata per cui lavora e dove già il direttore è risultato tra gli “spiati” di Paragon.
“Apple ha rilevato un attacco spyware mercenario mirato contro il mio iPhone. Sono il secondo giornalista di Fanpage che in pochi mesi ha scoperto di essere stato spiato. – scrive pellegrino – Ieri sera sono tornato a casa, ho aperto la porta e ho fatto il segno con l’indice sulla bocca a mia moglie che mi veniva incontro per salutarmi: ‘Shh’. Poi ho messo il telefono nel forno a microonde. Divano, soggiorno. È successo davvero? Sì, non è uno scherzo. Sono un giornalista professionista da vent’anni. Sono nato nel 1977 e ho iniziato a voler fare questo mestiere quando li avevo, vent’anni. È la prima volta che mi accade una cosa del genere. È una sensazione orribile.
Qui l’articolo integrale https://www.fanpage.it/politica/sono-il-secondo-giornalista-di-fanpage-ad-essere-stato-spiato-e-ancora-non-so-da-chi-ne-perche/
Sulla vicenda c’è stata subito una presa di posizione di Sandro Ruotolo, europarlamentare e responsabile responsabile informazione, cultura e memoria nella segreteria nazionale del Partito Democratico. ” Due giornalisti spiati. Chi li ha colpiti? L’Europa non può più aspettare. Governo Meloni rompa il silenzio “Un secondo giornalista di Fanpage.it ha ricevuto una notifica da Apple: è stato bersaglio di uno spyware mercenario altamente sofisticato. – dice – Lo stesso tipo di attacco subito mesi fa dal direttore Francesco Cancellato. A distanza di tempo, non sappiamo ancora chi siano i mandanti, né con quale obiettivo. Due giornalisti, due dispositivi compromessi, zero risposte”. Lo dichiara Sandro Ruotolo, responsabile informazione, cultura e memoria nella segreteria nazionale del Partito Democratico, denunciando l’inaccettabile opacità del governo italiano sulla vicenda. “Apple scrive che ‘gli attacchi di spyware mercenari sono tra le minacce digitali più avanzate’ e che la notifica odierna viene inviata agli utenti interessati in 100 paesi e che, ad oggi, sono stati notificati utenti in oltre 150 paesi in totale. Un dato allarmante, che impone una risposta sistemica a livello europeo. Ma a partire da casa nostra. Se il Governo italiano non è coinvolto, perché non chiede ufficialmente chiarimenti a Paragon Solutions, che ha confermato di poter risalire nei propri database alle attività svolte con i suoi software? In Europa – prosegue l’europarlamentare PD – abbiamo approvato l’European Media Freedom Act, regolamento che all’articolo 4 proibisce l’uso di spyware sui dispositivi di giornalisti. Anche se entrerà pienamente in vigore l’8 agosto 2025, questo principio è già un impegno politico e morale per tutti gli Stati membri. E il Governo Meloni lo sta ignorando. Anche sul piano nazionale – aggiunge l’esponente dem – non ci sono scuse: la legge 3 agosto 2007, n. 124, che disciplina il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, stabilisce all’articolo 17, comma 5 che le attività dei servizi segreti non possono in alcun caso essere rivolte contro giornalisti professionisti iscritti all’albo. Se dunque non è stato lo Stato a violare la legge, chi ha avuto accesso a questi strumenti e con quale legittimità? Il silenzio è diventato un boato. Questi giornalisti non stavano trafficando armi, non stavano progettando attentati. Stavano facendo inchieste. E le facevano bene. È questo il vero bersaglio? Chi mette sotto sorveglianza la stampa libera – conclude – mette sotto accusa la democrazia. E se il Governo continua a negare senza chiarire, sarà l’Unione europea a dover agire”.