Ripartiamo dalla Carta di Assisi, seguendo le parole di Francesco

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Il nostro viaggio riparte da Assisi, riparte dalla Carta “Le parole non sono pietre”. Una carta dei valori contro odio, razzismo, esclusione sociale, che ha già raccolto le adesioni delle comunità religiose, di credenti e di non credenti, di associazioni e movimenti, di giornaliste e giornalisti, che non intendono rinunciare all’esercizio dello spirito critico, neppure nel tempo della “terza guerra mondiale a pezzi”, per usare le parole di Francesco.
Quando questa Carta fu ideata si era alla vigilia della devastante epidemia di Covid e alcuni speravano che ne saremmo usciti “migliori”. Invece, nonostante luci e generose testimonianza di altruismo e di solidarietà, gran parte del pianeta è tornato a chiudersi nei confini identitari, nel  sovranismo estremista, nell’odio verso i liberi, i migranti, i naufraghi, verso chi scappa da fame, guerre e terrore.
La politica sembra affidarsi  alle armi, alla propaganda, alla caccia verso differenze e diversità. Questa tempesta coinvolge sempre più anche l’informazione, alla quale si richiede di essere parte, di indossare elementi di diverso colore, di rinunciare alla funzione critica, al dovere di stare dalla parte delle vittime, a partire dalle più povere, cancellate, oscurate. Basterebbe pensare alla differenza di trattamento riservata ai conflitti più vicini, a partire dall’invasione russa dell’Ucraina, rispetto ai massacri in atto, e non da oggi, in Siria, Afghanistan, Congo, Sud Sudan, Etiopia.
Di questo, e non solo, parleremo con Padre Antonio Spadaro , direttore di Civiltà Cattolica, domani ad Assisi, e proveremo  a riscrivere la Carta di Assisi, alla luce dei conflitti politici e sociali che insanguinano larga parte del pianeta.
Per la prima volta si ritroveranno, dopo anni, tutte le associazioni dei giornalisti da Articolo 21 alla Federazione Nazionale della Stampa, dall’Ordine dei Giornalisti all’Unione Stampa Cattolica, da Libera Informazione alla Rivista San Francesco, dall’Ordine all’Associazione regionale dei Giornalisti umbri.
Con loro delegazioni da ogni parte  del mondo, testimonianze da Iran, Afghanistan, Siria, Ucraina. 
Al termine dei lavori, chi potrà restare, parteciperà alla grande assemblea promossa dalla Tavola della Pace e da Flavio Lotti, alla sala dei Notari  di Perugia e, subito dopo, alla Marcia della Pace da Perugia ad Assisi, questa volta in versione notturna, quale simbolo del buio della guerra, della solitudine, della disperazione.
Ci saranno volti e voci da ogni Paese in conflitto.
Il corteo si concluderà, verso le sette del mattino, davanti al Sacro Convento di Assisi, dove sarà accolto dalle famiglie francescane.
Articolo 21 ci sarà, perché alla Perugia Assisi abbiamo sempre incontrato le donne e gli uomini che hanno contrastato guerre, torture, traffico d’armi, sfruttamento, bavagli, sempre e comunque, senza eccezione alcuna, senza distinzione di opinioni politiche, religiose, di colore della pelle, di condizione sociale ; esattamente come recita l’articolo 3 della Costituzione, che andrebbe sempre  letto insieme all’Articolo 11, “l’Italia ripudia la guerra” e, per quanto ci riguarda all’articolo 21 della Costituzione.
Appuntamento al giorno 23 febbraio, chi non potesse venire ad Assisi, potrà seguire l’iniziativa sui canali della Rivista  San Francesco, su quelli di padre Enzo Fortunato, sulle pagine Facebook e sul canale Youtube di Articolo 21.

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