Dante e ministro Sangiuliano

Se Dante potesse rispondere al ministro Sangiuliano

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“Non ragioniam di lor/ma guarda e passa”, oppure, nella vulgata più diffusa, “Non ti curar di loro/ma guarda e passa”: il massimo disprezzo espresso da Dante, nel terzo canto dell’Inferno. Potrebbe essere questa la risposta che Dante Alighieri darebbe al Ministro della Cultura del governo Meloni, Gennaro Sangiuliano, che ha dichiarato di ritenere il Sommo Poeta il primo fondatore della destra politica italiana.
Non tanto per la colpa di ignavia, quanto per la sfrontata ignoranza contenuta in un’affermazione antistorica, anticulturale, antipoetica. Tanto che mi ha suggerito l’idea che Dante, oggi, potrebbe collocare Sangiuliano nel canto trentaquattresimo dell’Inferno, nella giaccia di Cocito, dove colloca, tra gli altri, i traditori dei benefattori. Sì perché ad uno benefattore unico e formidabile per la cultura italiana come Dante non si può rispondere con tanta truculenza: l’ignoranza come risposta.
Ora, nell’impossibilità per Dante di reagire, ci basta una risata dissacrante o compassionevole? Credo proprio di no, visto che questo signore, già direttore di un’ importante testata giornalistica della Rai è ora responsabile al massimo livello della Cultura italiana. Quali saranno le direttive che emanerà per dirigenti scolastici e insegnanti? O quali indicazioni darà? E’ vero che il capo del governo di cui fa parte è andata addirittura a scomodare Garibaldi per sostenere la sua idea di presidenzialismo – “Qui si fa l’Italia o si muore” ha dichiarato in un collegamento con i suoi fedelissimi – ma se si comincia da Dante a voler riscrivere la storia d’Italia in senso ideologico-politico, beh non credo che la cosa debba interessare e preoccupare solo le opposizioni.
Se l’incompetenza prende il posto della ragione, dove finirà questo nostro povero Paese?

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