TU

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I commentatori importanti descrivono la scena elogiando Giorgia Meloni perché si è scusata. Le scuse riguardavano il fatto che rivolgendosi all’onorevole Soumahoro gli ha dato del tu (eh dai!), contraddicendo il regolamento parlamentare. Ora, viene francamente spontaneo pensare che sia una gaffe assolutamente involontaria, ma che venga da dentro, cioè dal modo per Meloni normale di rivolgersi a chi ha la pelle più scura della nostra.
E’ un cattivo pensiero? Forse. Ma è un pensiero di verità. Il mondo di cui Meloni fa parte è un mondo razzista, un mondo in cui i ricchi hanno orrore per gli immigrati, per chiunque sia diverso da loro, e i poveri (tanti) hanno verso gli immigrati un sentire rancoroso se non di odio, fomentato dalle destre di questo paese da anni con la folle motivazione che “ci portano via il lavoro”. E ci invadono. E a chi ti chiede l’elemosina o ti lava i vetri con la sua pelle scura e le mani rovinate da vite inimmaginabili, istintivamente la maggior parte di noi gli da del tu. Come un tempo a chi faceva i servizi nelle case. Ma molti di noi invece nella loro quotidianità hanno rapporti con immigrati di vario colore della pelle e il modo di rivolgersi a loro è identico a quello che si ha nei confronti di tutti, ci sono rapporti basati sul tu, sul lei, con gli amici del sud spesso anche sul voi. In modo reciproco.
Segnali, come tanti altri che non si vogliono vedere nel discorso di insediamento alla Camera. Segnali di cancellazione della storia, mai osati nemmeno da Berlusconi: la rimozione della resistenza e della liberazione dal fascismo, che prelude a niente di buono per il 25 aprile, gli accenni agli anni del terrorismo con “la chiave inglese” e silenzio assoluto su oltre un decennio di stragi neofasciste, da piazza Fontana alla stazione di Bologna, e perfino quella scelta discutibilissima di citare il pantheon delle donne solo con il nome (gli uomini tutti con nome e cognome), che qualcuno ha interpretato come confidenziale, ma che in realtà le rende anonime e forse con la speranza che molti dei “suoi” non riconoscano l’inevitabile, a causa della oggettività della storia, citazione di molte donne di sinistra!
Per molti di noi è tutto chiaro e sappiamo cosa aspettarci giorno dopo giorno dal governo di destra-destra, mentre i grandi media invitano, come nel ’94, a lasciarli lavorare per poi valutare la situazione. Perché in Italia, il paese che più di altri ha fatto la storia dell’umanità, le lezioni della storia non contano niente.


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