Turchia, approvata la legge bavaglio del web

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Un nuovo colpo alla libertà di pensiero che né i partiti di opposizione né le organizzazioni per la libertà di stampa e di espressione sono riuscite a scongiurare. La legge approvata oggi dal Parlamento turco darà al governo del presidente Recep Tayyip Erdogan grandi poteri nella regolamentazione dei social media “una chiara violazione della libertà di espressione online” come denuncia Andrew Gardner, rappresentante di Amnesty International in Turchia, secondo il quale la legge “aumenterà le capacità del governo di censurare i contenuti e colpire gli utenti”.
Opposizione e attivisti vedono nel provvedimento la volontà di imbavagliare il web che spianerà la strada alla censura, mentre il partito Akp al governo parla di una mossa contro i crimini informatici. “E’ l’ultimo e forse il più diretto attacco alla libera espressione in Turchia. I giornalisti passano già anni in carcere per il proprio lavoro e gli utenti social devono autocensurarsi per paura di finire nel mirino delle autorita'”, ha commentato Amnesty, che ha definito la legge “contraria agli standard internazionali”.
Allarme cui si è associata Human Rights Watch: “I social media hanno un’importanza centrale per molte persone che li usano per informarsi. Questa legge da’ il via a un periodo di censura
online”.
Con l’approvazione del nuovo testo, le principali piattaforme social saranno costrette ad aprire uffici di rappresentanza in Turchia, che risponderanno per la rimozione di commenti offensivi, minacciosi, discriminatori, segnalati da Ankara.
Facebook, Twitter e Instagram, quest’ultimo popolarissimo in Turchia, saranno anche costretti ad avere una banca dati sugli utenti registrati. In caso di mancata istituzione dell’ufficio sono previste multe salatissime, riduzione della larghezza di banda dei social (che ne rallentano accesso e utilizzo) e
divieto di fare pubblicita’. Il disegno di legge aveva fatto una prima comparsa in parlamento ad aprile, quando poi fu ritirato, per poi tornare nell’agenda del governo poche settimane fa, dopo che la nascita di un nipote di Erdogan, figlio della primogenita
del presidente e del ministro del Tesoro, Berat Albayrak, aveva scatenato una enorme serie di commenti ingiuriosi e auguri di morte sui social.


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