Economy of Francesco, il Papa invita i giovani ad Assisi per marzo 2020. Un’altra economia è possibile, attenta ai deboli e all’ambiente

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Papa Francesco sarà ad Assisi dal 25 al 28 marzo del 2020 e ha convocato i giovani per un “nuovo patto sull’economia” nel nome di San Francesco. Padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento, ha detto che questo incontro è destinato a dare il via ad una nuova economia. Un evento in grado di cambiare il verso delle politiche economiche ed orientarle su un nuovo impegno che fondi sul rispetto degli esseri umani e dell’ambiente. E’ l’economia secondo Francesco.
“Pieni di speranza, – ha aggiunto Padre Gambetti – accogliamo con gioia l’iniziativa di Papa Francesco, ‘profezia di un’economia attenta alla persona e all’ambiente’. Promuovere un nuovo ‘patto’ con ‘quelli che hanno il futuro’, è l’ispirazione sgorgata dal cuore di un padre. Accompagniamo fin d’ora con la preghiera e con tutto l’impegno le fasi della preparazione e della riuscita dell’evento. I quattro verbi che il successore di Pietro ci consegna: ‘Ri-animare’, ‘Rivedere’, ‘Rispondere’ e ‘Riparare’ tracciano la strada che percorreremo insieme a tutti coloro che coltiveranno ‘il sogno di un nuovo umanesimo’, ispirandosi a Francesco per il rinnovamento dell’economia. Siamo convinti che le giornate di marzo rappresenteranno un nuovo inizio e daranno nuovo respiro all’umanità. Il Papa ci chiama contribuire al cambiamento globale per far sì che l’economia includa e non escluda, che dia vita e non uccida l’uomo. Questo è l’impegno del Santo Padre, tutto proteso ad edificare una fraternità che corregga i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto per l’ambiente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Recandosi ad Assisi il Papa ci invita ancora una volta a prendere coscienza della gravità dei problemi e a cercare le possibili risposte guardando al Poverello, amato da credenti e non credenti”.
“…Sì, occorre “ri-animare” l’economia! E quale città è più idonea per questo di Assisi, che da secoli è simbolo e messaggio di un umanesimo della fraternità? Se San Giovanni Paolo II la scelse come icona di una cultura di pace, a me appare anche luogo ispirante di una nuova economia. – si legge nella lettera del Papa che annuncia l’evento di marzo prossimo – Qui infatti Francesco si spogliò di ogni mondanità per scegliere Dio come stella polare della sua vita, facendosi povero con i poveri, fratello universale. Dalla sua scelta di povertà scaturì anche una visione dell’economia che resta attualissima. Essa può dare speranza al nostro domani, a vantaggio non solo dei più poveri, ma dell’intera umanità. È necessaria, anzi, per le sorti di tutto il pianeta, la nostra casa comune, «’ora nostra Madre Terra’, come Francesco la chiama nel suo Cantico di Frate Sole. Nella Lettera EnciclicaLaudato si’ ho sottolineato come oggi più che mai tutto è intimamente connesso e la salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale. Occorre pertanto correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Purtroppo, resta ancora inascoltato l’appello a prendere coscienza della gravità dei problemi e soprattutto a mettere in atto un modello economico nuovo, frutto di una cultura della comunione, basato sulla fraternità e sull’equità. Francesco d’Assisi è l’esempio per eccellenza della cura per i deboli e di una ecologia integrale. Mi vengono in mente le parole a lui rivolte dal Crocifisso nella chiesetta di San Damiano: ‘Va’, Francesco, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina’. Quella casa da riparare ci riguarda tutti. Riguarda la Chiesa, la società, il cuore di ciascuno di noi. Riguarda sempre di più anche l’ambiente che ha urgente bisogno di una economia sana e di uno sviluppo sostenibile che ne guarisca le ferite e ne assicuri un futuro degno. Di fronte a questa urgenza, tutti, proprio tutti, siamo chiamati a rivedere i nostri schemi mentali e morali, perché siano più conformi ai comandamenti di Dio e alle esigenze del bene comune. Ma ho pensato di invitare in modo speciale voi giovani perché, con il vostro desiderio di un avvenire bello e gioioso, voi siete già profezia di un’economia attenta alla persona e all’ambiente. Carissimi giovani, io so che voi siete capaci di ascoltare col cuore le grida sempre più angoscianti della terra e dei suoi poveri in cerca di aiuto e di responsabilità, cioè di qualcuno che “risponda” e non si volga dall’altra parte. Se ascoltate il vostro cuore, vi sentirete portatori di una cultura coraggiosa e non avrete paura di rischiare e di impegnarvi nella costruzione di una nuova società. Gesù risorto è la nostra forza! Come vi ho detto a Panama e scritto nell’Esortazione apostolica postsinodale Christus vivit: «Per favore, non lasciate che altri siano protagonisti del cambiamento! Voi siete quelli che hanno il futuro! Attraverso di voi entra il futuro nel mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di questo cambiamento. […] Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore. Le vostre università, le vostre imprese, le vostre organizzazioni sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso, per combattere la cultura dello scarto, per dare voce a chi non ne ha, per proporre nuovi stili di vita. Finché il nostro sistema economico-sociale produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata, non ci potrà essere la festa della fraternità universale. Per questo desidero incontrarvi ad Assisi: per promuovere insieme, attraverso un “patto” comune, un processo di cambiamento globale che veda in comunione di intenti non solo quanti hanno il dono della fede, ma tutti gli uomini di buona volontà, al di là delle differenze di credo e di nazionalità, uniti da un ideale di fraternità attento soprattutto ai poveri e agli esclusi. Invito ciascuno di voi ad essere protagonista di questo patto, facendosi carico di un impegno individuale e collettivo per coltivare insieme il sogno di un nuovo umanesimo rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio. Il nome di questo evento — “Economy of Francesco” — ha chiaro riferimento al Santo di Assisi e al Vangelo che egli visse in totale coerenza anche sul piano economico e sociale. Egli ci offre un ideale e, in qualche modo, un programma. Per me, che ho preso il suo nome, è continua fonte di ispirazione. Insieme a voi, e per voi, farò appello ad alcuni dei migliori cultori e cultrici della scienza economica, come anche ad imprenditori e imprenditrici che oggi sono già impegnati a livello mondiale per una economia coerente con questo quadro ideale. Ho fiducia che risponderanno. E ho fiducia soprattutto in voi giovani, capaci di sognare e pronti a costruire, con l’aiuto di Dio, un mondo più giusto e più bello”.


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