Ci ha lasciati Tina Costa, una vita spesa per la libertà e l’antifascismo. Premiata da Art. 21 per il suo impegno in difesa Costituzione

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“Starò in piazza fino a quando avrò l’ultimo respiro, perché so di essere dalla parte del giusto e che le mie idee sono condivise da tanti”, promise Tina Costa. E infatti la scorsa estate era in prima fila al corteo per il Gay pride a Roma. La ex partigiana si è spenta alle 6 di mercoledì 20 marzo: era nata a Gemmano, in provincia di Rimini, l’11 novembre 1925. Padre socialista, madre iscritta al Pci, i suoi tre fratelli parteciparono anche alla fondazione del Pci nel 1921 a Livorno. E lei aveva ancora in tasca la tessera di Rifondazione comunista.
La camera ardente verrà allestita a Roma, venerdì 22 marzo dalle 10 alle 15, presso la Casa della memoria e della storia, Via di S. Francesco di Sales 5.

Nel 2015 l’Uisp la coinvolse nella realizzazione del documentario “Le ragazze del ’43 e la bicicletta”, dove intervenne raccontando la sua esperienza di staffetta partigiana durante la seconda guerra mondiale

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http://www.uisp.it/nazionale/pagina/le-ragazze-del-43-e-la-bicicletta

“La maestra un giorno ci disse che saremmo dovuti andare tutti vestiti da figli della lupa e piccole italiane e a me l’idea piaceva molto – racconto Tina Costa – Mia madre quel giorno mi disse: ‘qui c’è poco da mangiare, vai a cercare la lupa e fatti dare da mangiare, perché anche per lei non ne abbiamo’. Credo di aver fatto la mia scelta quel momento, anche guidata da una famiglia di antifascisti”.

Nata nel 1925 è stata staffetta partigiana. Vice presidente vicario dell’ANPI provinciale di Roma e componente del comitato nazionale dell’ANPI. Nata in una famiglia profondamente antifascista del riminese, fece il suo primo gesto di ribellione al fascismo a 7 anni, rifiutandosi di indossare la divisa di figlia della lupa subendo così ulteriori angherie dalla maestra fascista. Inserita come staffetta nell’attività clandestina del Partito Comunista già durante gli anni della guerra di Etiopia, a 18 anni divenne staffetta partigiana e ciò la portò ad attraversare più volte la linea gotica con la sua bicicletta recando messaggi, viveri ed armi. Arrestata con un fratellino e la madre a seguito di delazione, durante il tragitto verso il campo di Fossoli riuscì a fuggire, con i familiari, approfittando di un bombardamento. Iscritta al Partito Comunista dal 1944 è rimasta fedele a quella scelta per il resto della vita, militando in seguito nel partito della Rifondazione Comunista. Sindacalista della CGIL era componente del comitato direttivo SPI CGIL di Roma e del Lazio. “Ho combattuto per la libertà e questa libertà non me la può togliere nessuno”.

“Le ragazze del ’43 e la bicicletta” è il documentario realizzato da Uisp e Udi in occasione del 70° della Liberazione, ideato da Vittoria Tola e Raffaella Chiodo, che hanno curato e realizzato le interviste, mentre la regia e il montaggio sono firmati da Francesca Spanò. Il video racconta il contributo decisivo delle donne alla Resistenza e in modo particolare quello dei Gruppi di difesa della donna e delle staffette partigiane. L’Uisp ha scelto la bicicletta come simbolo della Liberazione per celebrare il ruolo fondamentale giocato dalle Staffette durante la Resistenza.

Negli anni Tina Costa ha partecipato più volte alla manifestazione organizzata dall’Uisp Roma per celebrare la Liberazione: l’ultima volta nel 2018 quando salutò i partecipanti alla biciclettata alla partenza da Porta San Paolo.


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