Controcorrente: “Solidarietà alle redazioni del gruppo ‘Gedi’ colpite dalla scomunica del governo

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Fino a quando le giornaliste e i giornalisti dovranno subire disprezzo, insulti, provocazioni e cattiverie da esponenti dell’attuale governo? Fino a quando? Perché?
Adesso sono stati colpiti nella loro dignità, le colleghe e i colleghi del gruppo Gedi – del quale fanno parte anche l’Espresso, La Repubblica e La Stampa -, ma sono solo i bersagli piú recenti di un percorso che parte da lontano e che di fatto vuole mettere il bavaglio, se non addirittura azzerare una categoria partendo dal disprezzo e dalle menzogne. E’ un progetto antidemocratico che umilia l’articolo 21 della nostra Costituzione mettendo questa volta sulla graticola le redazioni del gruppo Gedi, erroneamente definito “Gruppo Espresso” da un vicepresidente del Consiglio.

L’attuale Governo sappia che le colleghe e i colleghi di queste redazioni non fanno altro che essere testimoni della realtà per poi raccontarla con rigore ai cittadini, i quali hanno il diritto di essere informati da chi esercita il giornalismo con le regole di un Paese democratico. Sarà forse questo che teme l’attuale Governo?

Noi di Controcorrente, invece, siamo fieri, siamo orgogliosi delle giornaliste e dei giornalisti del gruppo Gedi. Vogliamo che continuino con il loro stile. La nostra risposta sarà quella di continuare a fare il nostro dovere. I cittadini ce lo chiedono. Non possiamo tradirli. Anzi, è con loro che continueremo a resistere agli attacchi con una resistenza popolare e non violenta, con un linguaggio di pace, non violento e mai offensivo. Non cederemo alle provocazioni, ma continueremo con l’esercizio della parola a far esistere una professione che contribuisce alla formazione di una coscienza critica.

In questo momento storico e politico molto delicato, inoltre, noi di Controcorrente non possiamo condividere i silenzi complici dell’antidemocrazia e non possiamo assecondare i percorsi ambigui e autolesionisti di colleghe e colleghi, anche sindacalisti del giornalismo, che hanno scelto di essere complici di questa strategia dell’umiliazione e della cancellazione di una categoria che è la sentinella del dovere di informare e del diritto ad essere informati.

Pertanto non possiamo condividere la scelta dell’attuale dirigenza dell’Associazione Stampa Romana, la quale si è limitata ad inoltrare i comunicati dei cdr dell’Espresso e di Repubblica senza esprimere solidarietà alle colleghe e ai colleghi e senza una parola di dissenso rispetto alle ultime provocazioni di esponenti dell’attuale Governo. Anche questo è un silenzio complice e antidemocratico che Controcorrente non può condividere.


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