Ciclostaffetta per Giulio Regeni, da Fiumicello a Roma per chiedere verità e giustizia

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È un’impresa in salita la ricerca di verità e giustizia per Giulio Regeni, un quotidiano “gran premio della montagna” che si aggiunge al dolore e all’angoscia di chi non solo ha dovuto vedere il proprio figlio assassinato e torturato, ma sente ogni giorno il pericolo che ne venga uccisa anche la memoria. Che non è un fatto privato, di una famiglia, ma un’esigenza collettiva, la condizione di sussistenza di una comunità.
Per questo motivo tre soci di FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta BisiachInbici di Monfalcone — Paolo Biasi, Sandro Sandrin e Alessio Russi — hanno pensato di richiamare l’attenzione su questa tragedia organizzando una ciclostaffetta che partirà sabato 22 settembre dai luoghi di Giulio (il collegio del Mondo Unito di Duino e la casa di famiglia di Fiumicello, dove tuttora risiedono i genitori) e arriverà martedì 2 ottobre a Roma.
Per questo motivo Articolo 21 è da sempre impegnata con la famiglia a non spegnere i riflettori su Giulio e sui tanti Giulio e le tante Giulia del mondo e lunedì 17 settembre ha promosso con l’Unione Cattolica Stampa Italiana, l’Ordine dei Giornalisti e il sindacato unitario dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa nell’Aula Magna del Liceo “Petrarca”, la scuola triestina frequentata da Giulio che da due anni a questa parte gli dedica la lectio magistralis d’inaugurazione dell’anno scolastico, dove personalità di spicco commentano un articolo della Costituzione (l’anno scorso Laura Boldrini, l’anno prima Ezio Mauro), una scuola “amica dei diritti umani” e partner di Amnesty International, una scuola che in entrambe le sue sedi espone orgogliosamente lo striscione giallo e sostiene fermamente la convinzione — ribadita nuovamente dalla dirigente scolastica Cesira Militello — che questo capitolo della storia italiana non può essere archiviato, ma deve rimanere alla nostra attenzione, finché verità non sarà fatta.
Un affetto, quello della scuola per la famiglia di Giulio, ricambiatissimo da Paola e Claudio Regeni, che anche in quest’occasione hanno inviato un messaggio, attraverso il quale ringraziano studenti e docenti del liceo «per essere con costanza vicini alla ricerca di verità e giustizia per Giulio, comprendendo la necessità di illuminare il rispetto dei diritti umani. La ciclostaffetta — proseguono — è un’ulteriore occasione per dare forza alla nostra richiesta».
Andare, dunque, battere l’Italia in lungo e in largo, ma in primo luogo scegliere da che parte stare, se dalla parte della vittima o del carnefice: chi rimane neutrale, infatti, o non fa niente, è complice, ha dichiarato Alessio Russi motivando l’iniziativa. La ciclostaffetta farà entrambe le cose: incontrerà amministratori, associazioni, cittadini, ma risparmierà anche il fiato per chiedere con forza la verità su ciò che è accaduto a un ragazzo, un nostro figlio, di neanche trent’anni, che stava conducendo una ricerca universitaria. Nel pomeriggio di mercoledì 3 ottobre artisti, attori, esponenti del mondo politico e della cultura si daranno appuntamento al teatro India a Roma per rispondere all’appello della famiglia Regeni, della loro legale avv. Alessandra Ballerini, del collettivo Giulio siamo noi, di Articolo 21, Amnesty International e molti altri per testimoniare il loro sdegno per questa vicenda, ma anche per offrire spunti di riflessione. Spunti che non mancheranno neanche nella mattinata d’incontro con gli studenti romani al Parco dell’Appia Antica e che arriveranno pure dalle mail dell’iniziativa “Ricordo quei giorni”: scrivendo a giuliosiamonoi@gmail.com ognuno potrà raccontare com’è venuto a conoscenza dell’omicidio di Giulio, quali sono stati i pensieri e gli stati d’animo provati in quella giornata e rispondere alla domanda “Come ti ha attraversato Giulio Regeni?”.
Perché questa tragedia non ha segnato irrimediabilmente solo la vita della famiglia Regeni, ma ha toccato quella di tanti che non si rassegnano a non sapere, che non accettano l’ingiustizia, che vogliono indagare le ragioni. Come dovrebbe fare ogni buon giornalista: Giulio non lo era, ma il suo stile era molto vicino a quello di chi consuma le scarpe per andare, vedere, raccontare. È per questo, ha detto Cristiano Degano, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, che siamo da sempre in prima linea in questa battaglia; è per questo, gli ha fatto eco Alessandro Martegani, segretario del’’Assostampa Fvg, che in piena sintonia con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana e con il suo presidente Beppe Giulietti, il tema dei diritti umani è tornato sulle prime pagine della nostra agenda; è per questo che anche l’Unione Cattolica Stampa Italiana, da sempre attenta alla qualità dell’informazione al di là delle tessere professionali e da poco nuovamente presente in Friuli Venezia Giulia e rappresentata dalla sua presidente Luisa Pozzar, ha voluto patrocinare l’iniziativa. È per questo che noi di Articolo 21 continueremo a fare la scorta mediatica a Giulio e a tutti i Giulio e le Giulia del mondo, felici di poter contare anche su un bel po’ di ruote e di pedali, che renderanno l’impresa meno ardua e più condivisa. Perché la bici fa girare meglio le notizie e non lascia indietro nessuno.

Questi i link alla pagina e all’evento “A Roma per Giulio” su Facebook:
https://www.facebook.com/aRomaPerGiulio/
https://www.facebook.com/events/253428442123902/

Per chi vuole contribuire con un sostegno economico:
https://buonacausa.org/cause/aromapergiulio


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