Regeni, scorta mediatica non si ferma e sostiene richiesta libertà per Amal Fathy. Oggi staffetta di digiuno con Giulio Siamo Noi

0 0

A quasi un anno dal rientro dell’ambasciatore Giampaolo Cantini in Egitto, il 14 settembre 2017, il 14 di ogni mese Articolo 21 insieme a Giulio Siamo Noi e Amnesty International rinnova attraverso la #scortamediatica la richiesta di quali passi avanti siano stati compiuti nell’inchiesta sul rapimento e l’uccisione di Giulio Regeni. Decine di colleghi hanno sostenuto la campagna #veritapergiulioregeni che da alcuni mesi è affiancata dall’azione collettiva per chiedere la liberazione di Amal Fathy, attivista e moglie del direttore della ong  egiziana Comitato per i diritti umani, consulente della famiglia Regeni, in carcere con accuse pretestuose.

Oggi la giovane, mamma di un bambino di 3 anni, comparirà davanti ai giudici che dovranno esprimersi sulla richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi difensori. A sostenere Amal centinaia e centinaia di persone, tra cui la sottoscritta, che digiuneranno in segno di solidarietà come chiesto da mamma Paola e
dall’avvocato Alessandra Ballerini.

Intanto venerdì scorso si è registrata un’importante novità istituzionale, l’impegno del presidente della Camera Roberto Fico e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel continuare a chiedere all’Egitto una verità giudiziaria sul caso Regeni.

Il primo passo per sollecitare le autorità giudiziarie potrebbe essere una visita dei genitori di Giulio al Cairo, accompagnati dalle istituzioni italiane e la garanzia che l’ambasciata rinnovi il suo ‘ruolo strategico’ per dare una svolta alle indagini sul caso del m ricercatore ucciso nel 2016.

Il nuovo governo ha svelato così la sua prima mossa nella strategia diplomatica in Egitto per ottenere verità sull’omicidio Regeni, partendo da un incontro con i genitori del dottorando friulano ucciso.

La coppia è stata ricevuta dal premier Conte a Palazzo Chigi e dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi.

Il primo ad annunciare possibili novità è stato il presidente della Camera Fico, il quale sta lavorando ad una serie di iniziative assieme al ministro degli Esteri e sull’eventuale missione in Egitto ha affermato che “sono cose che stiamo costruendo. Vedremo”.

Il premier Conte, dal canto suo, ha lanciato il suo ‘pivot’ per le nuove indagini e l’attività diplomatica con il governo di al Sisi: l’ambasciatore  Cantini.

“Prima del nostro insediamento – ha detto Conte – è stato deciso di far rientrare al Cairo il nostro ambasciatore. Noi sfrutteremo la sua presenza in Egitto a sostegno di un’azione costante perché si faccia definitivamente chiarezza sulla tragica morte di Giulio”, ha detto il presidente del Consiglio, il quale è stato aggiornato dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone sugli ultimi sviluppi dell’inchiesta. “Ho sentito anche il nostro ambasciatore al Cairo per avere ulteriori informazioni”, ha aggiunto il premier dopo aver incontrato Claudio e Paola Regeni, i quali sono entrati nei palazzi istituzionali con la loro immancabile spilla al petto con la scritta #veritàpergiulioregeni.

“Questo governo è al loro fianco in questa battaglia e che farà tutto ciò che è necessario per giungere alla verità” ha assicurato Conte.

Noi di Articolo 21 ce lo auguriamo e vigileremo affinché alle parole seguano presto azioni e fatti concreti.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21