Caso Alpi – Hrovatin, approvata mozione dal congresso Usigrai. #noinonarchiviamo

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Il Congresso Usigrai in corso a Bologna ha approvato all’unanimità  la mozione che riportiamo di seguito sul caso Alpi – Hrovatin. Impegno nel ricordo di Luciana Alpi continua.  #noinonarchiviamomozione

Le giornaliste e i giornalisti della Rai Servizio Pubblico chiedono che venga posta fine alla lunghissima storia di bugie e giustizia negata che circonda da 24 anni il delitto di cui furono vittime a Mogadiscio l’inviata del Tg3 Ilaria Alpi e il tele cineoperatore Miran Rovatin.

Ilaria e Miran non sono morti per un malaugurato incidente, durante un tentativo di sequestro o di rapina, ma nel corso di un agguato compiuto mentre stavano lavorando per raccontare cosa accadeva in Somalia, crocevia – allora come oggi- di molti, troppi, affari inconfessabili, traffici e scambi di rifiuti, di armi, coperti da presunti interventi umanitari o per le sviluppo di quelle aree. Affari mai esplorati o comunque investigati compiutamente, come ribadisce la Relazione sui traffici internazionali di rifiuti approvata nello scorso febbraio dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo illegale dei rifiuti e i reati connessi. Il delitto Alpi-Hrovatin fu compiuto in un luogo in cui peraltro gravitano, anche ora, interessi e personaggi che hanno attraversato molte storie oscure che hanno coinvolto, e a quanto pare coinvolgono ancora, pezzi delle istituzioni del nostro Paese. Tantissimi elementi testimoniano che Ilaria Alpi e Miran Hrovatin stavano facendo un lavoro che qualcuno individuava come un pericolo. Lo hanno ribadito nel corso di questi anni diversi magistrati, emerge dagli atti del processo in Corte d’Appello a Perugia che due anni fa ha restituito la libertà ad un innocente rimasto 17 anni in carcere con l’accusa infondata di aver preso parte all’assassinio dei nostri colleghi. Processo di revisione che è stato possibile solo perché la trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto” ha rintracciato il falso teste d’accusa e raccolta la sua ritrattazione. Proprio dalle motivazioni della sentenza di Perugia emerge con chiarezza che per sbarrare il cammino verso la verità è stata compiuta una attività di depistaggio di ampia portata.  I giornalisti della Rai chiedono che si continui ad indagare, che venga accolta la richiesta fatta al nuovo Parlamento dal Tg3, costituire una nuova Commissione di inchiesta per fare luce sul delitto Alpi-Hrovatin e sul reticolo di interessi illeciti portati a galla dall’enorme mole di documenti collegati al caso desegretati dalle Camere nella legislatura appena conclusa.

Le giornaliste e i giornalisti della Rai con Usigrai, Fnsi, Ordine dei Giornalisti non archivieranno mai il caso Alpi Hrovatin, e si impegneranno costantemente con Libera Legambiente, Articolo21, Liberainformazione perché cresca la mobilitazione a difesa del diritto dovere di informare e non vengano archiviati i delitti che colpiscono tutti gli operatori dell’informazione impegnati in questo compito fondamentale per la difesa della democrazia le giornaliste e i giornalisti della Rai Servizio Pubblico.


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