La serata su Aldo Moro, quando la Rai è davvero servizio pubblico

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La serata di Rai 1 dedicata ad Aldo Moro ha dimostrato che il servizio pubblico non è un concetto astratto ma un progetto possibile, basta volerlo, basta avere coraggio e fantasia. Questa volta la Rai ha avuto la forza di fare la differenza rispetto a tutti i prodotti realizzati per i 40 anni dal sequestro Moro, esattamente quello che dovrebbe fare ogni giorno il servizio pubblico per farsi riconoscere dagli utenti, che dovrebbero essere gli unici titolati a giudicare quello che viene trasmesso.

L’orazione civile di Luca Zingaretti, con il prezioso corredo di immagini degli archivi Rai, è arrivata come un brusco richiamo al ragionamento nell’ora in cui ogni sera la prima rete della Rai manda in onda programmi di puro svago e relax. Il testo di Stefano Massini è di quelli che non fanno sconti, tutti gli interrogativi drammatici di quei 55 giorni – interrogativi che segnano profondamente la nostra storia, anche in queste ore – sono stati enunciati e descritti in modo semplice, tragico ma comprensibile, con la forza che solo le parole riescono ad avere:

E finalmente, con la docufiction  “Il professore” si è messa a fuoco, in uno stile televisivamente accattivante ma rigoroso, la figura umana di Moro, che gli italiani ancora oggi non conoscono, nonostante tutto quello che in questi 40 lunghissimi anni è stato scritto e prodotto. E anche qui con la forza delle parole dei suoi allievi e assistenti del tempo, quelli più vicini a lui, che hanno sentito fino alla sera prima della strage di Via Fani le preoccupazioni della scorta, la sensazione della solitudine che già Moro percepiva prima ancora che tutto accadesse.

Quando dopo questi programmi sono comparsi i conduttori e i politici di oggi sulle solite poltroncine e sedioline bianche l’angoscia per la storia incompiuta del nostro paese – di cui l’assassinio di Moro è il punto centrale – è diventata davvero insopportabile.


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