Mussolini e il caso Sacco-Vanzetti

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Una piccola casa editrice italiana, la Claudiana di Torino, ha pubblicato proprio quest’anno un libretto dello studioso italo americano Philip Cannistraro che ebbi occasione di conoscere molti anni fa per i miei numerosi studi sul fascismo,sul caso dei due emigranti anarchici italiani, il pugliese Nicola Sacco, nato a Torremaggiore in provincia di Foggia nel 1891 e il piemontese Bartolomeo Vanzetti,nato a Villafalletto in  provincia di Cuneo nel 1888, che negli Stati Uniti furono processati e giustiziati dopo un rapido processo il 23 agosto 1927 quando l’Italia era già governata da cinque anni da Benito Mussolini.

Sacco di professione faceva l’operaio in una fabbrica di scarpe mentre Vanzetti che gli amici chiamavano Tumlin, dopo aver girovagato a lungo negli Stati Uniti aveva rilevato da un altro italiano un carretto per la vendita del pesce.
Fece questo lavoro per pochi mesi. I due vennero arrestati e condannati,processati e giustiziati sulla sedia elettrica con l’accusa di aver ucciso un contabile e una guardia del calzaturificio “States and Morrill” di South Barintree.

Sua loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all’epoca del processo e a nulla valse la confessione del detenuto portoghese Celestino Madeiros che scagionava i due italiani. Cinquant’anni dopo il 23 agosto 1977 ,Michael Dukakis,governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.

Nicola Sacco arriva  a Boston con la motonave “Romanic” e giunge il 12 aprile 1909; Bartolomeo Vanzetti  arriva a New York sulla nave “la Provence” il 19 giugno del 1908 e ha solo vent’anni. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento per alleggerire il carico di dolore che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America.

Sacco trovò lavoro in una fabbrica di calzature e nel 1912 sposò Rosina Zambelli con la quale andò ad abitare in una casa con giardino ed ebbe un figlio Dante e una figlia Ines.

Lavorava dieci ore al giorno e sei giorni alla settimana. Nonostante ciò partecipava attivamente alle manifestazioni operaie e in tali occasioni teneva spesso dei discorsi.  a cause di queste attività fu arrestato nel 1916.

Vanzetti nacque a Villafalletto l’11 giugno del 1888 ,primogenito di quattro figli di Giovan Battista Vanzetti,modesto proprietario terriero e gestore di una piccola caffetteria di Giovanna Nivello. Pur non vivendo in ristrettezze economiche a spingerlo ad emigrare negli Stati Uniti furono la morte dell’amata madre e probabilmente una consuetudine familiare(anche il padre era emigrato per alcuni anni in California).Lavorò in varie trattorie,in una cava  in un’acciaieria e in un fabbrica di cordami. PIù tardi si mise in proprio facendo il pescivendolo.

Fu in quell’anno, il 1916, che Sacco e Vanzetti si conobbro ed entrarono a far parte di un gruppo anarchico italo-americano. Allo scoppio della prima guerra mondiale o poco dopo ,a quanto pare ,fuggirono in Messico e ritornarono negli Stati Uniti a guerra finita ma non seppero di essere stati inclusi in una lista di sovversivi così come di essere pedinati da agenti segreti degli stati Uniti.Trovati entrambi in possesso di rivoltelle furono arrestati e ac cusati anche di una rapina avvenuta a South Braintree,soccorso di Boston,poco prima del loro arresto.

Era un periodo in cui c’era nella polizia e nell’opinione pubblica americana una forte paura dei comunisti come degli immigrati europei di incerta provenienza e per quanto Sacco e Vanzetti non fossero per nulla comunisti ma erano conosciuti dalle autorità locali come militanti radicali coinvolti in scioperi, agitazioni politiche e propaganda contro la guerra.


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