Siria, 400 mila morti in sei anni di conflitto, 20 mila erano bambini

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Mai come nel 2016 la violenza sui bambini in Siria è stata tanto devastante. Almeno il 20% in più di vittime rispetto all’anno precedente. A certificare le ricadute sull’infanzia di una guerra civile cominciata il 15 marzo del 2011, quando iniziarono le prime rappresaglie del governo di Bashar al Assad contro il popolo che protestava contro la sua tirannia, è l’Unicef. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite il numero dei minori uccisi, feriti, mutilati e costretti a combattere nelle fila dei gruppi armati ha raggiunto il picco più alto degli ultimi sei anni.
“La profondità della sofferenza è senza precedenti. Milioni di bambini in Siria sono sotto attacco giornaliero, le loro vite sono state stravolte – denuncia attraverso una nota Geert Cappelaere, direttore regionale dell’agenzia Onu – Ciascuno di loro è ormai segnato per tutta la vita con conseguenze orribili sulla loro salute, il loro benessere e il loro futuro”.
I dati divulgati oggi sono impressionanti. In 400 mila hanno dovuto lasciare le loro case solo nel 2016, 2,3 milioni vivono come rifugiati nei campi allestiti in Turchia, Libano, Giordania, Egitto e Iraq. Quasi 700 mila sono ancora sotto assedio, con poco cibo e assistenza medica inesistente.
Negli ultimi sei mesi hanno perso la vita per episodi violenti almeno 650 bambini, 250 erano dentro o vicino a una scuola. Circa un migliaio sono, invece, stati arruolati come bambini soldato e alcuni di loro utilizzati come kamikaze, il doppio rispetto al 2015.
“Spesso per far fronte alle crescenti difficoltà del vivere quotidiano – è l’amara constatazione di Cappelaere – le famiglie rimaste in Siria e quelle fuggite nei Paesi vicini spingono i ragazzini a sposarsi in età precoce o li mandano a lavorare”.
Ciò che appare lampante dal dossier di Unicef è che sono proprio loro, i bambini, a pagare il tributo più alto e che le organizzazioni impegnate sul terreno hanno un gran da fare per cercare di migliorare la loro condizione.
L’analisi Unicef, il cui titolo è stato scelto per rendere pienamente l’idea su quanto stia avvenendo nel Paese, “Hitting Rock Bottom”, ovvero toccando il fondo, evidenzia con crudezza la drastica escalation di violenze in tutta la Siria. Tra i dsti più crudi quello relativo al reclutamento dei piccoli combattenti, utilizzati direttamente sulle linee del fronte e destinati ad assumere un ruolo sempre piu attivo come esecutori di attentati ma anche come guardie carcerarie e torturatori.
“Le profonde sofferenze hanno raggiunto livelli senza precedenti. Milioni di bambini in Siria sono sotto attacco ogni giorno, le loro vite sono state stravolte – ha aggiunto Cappelaere – ogni bambino è segnato a vita con terribili conseguenze sulla sua salute, sul benessere e sul futuro”.
Un altro elemento che mette in evidenza la drammaticità del momento è il gran numero di aree per le quali la difficoltà di accesso ha impedito l’arrivo degli aiuti tanto meno ha permesso agli operatori di avere un quadro completo delle sofferenze dei bambini e delle esigenze delle vittime più vulnerabili del conflitto.
Oltre alle bombe, ai proiettili e alle esplosioni, i bambini muoiono anche per malnutrizione e malattie facilmente prevenibili. Almeno 2,8 milioni di persone, compresi 280.000 bambini, vivono in aree sotto assedio, tagliati fuori dall’azione umanitaria.
Il dossier si conclude con il dato relativo agli sfollati che necessitano di assistenza: 6 milioni di bambini dipendono esclusivamente dalle organizzazioni, governative e non. Un aumento 12 volte maggiore di quello censito dopo il primo anno di guerra, nel 2012.
“All’interno della Siria e ai confini, i meccanismi di adattamento sono al limite – è il grido di allarme di Unicef che noi di Articolo 21 rilanciamo – e le famiglie stanno attuando misure estreme di sopravvivenza”.
Per i bambini della Siria, l’Unicef chiede “a tutte le parti in conflitto, alla comunità iinternazionale, a tutti coloro che possono avere parte attiva e che hanno a cuore il loro destino, di trovare un’immediata soluzione politica per porre fine al conflitto siriano”.
E noi aggiungiamo, per le piccole vittime e tutta la popolazione vessata dalla guerra in Siria. La più sanguinaria, devastante e vasta degli ultimi decenni.


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