Turchia, la purga continua

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Dopo aver chiuso, nel corso del fine settimana, 15 organi di stampa prevalentemente curdi, la mattina del 31 ottobre le autorità turche hanno arrestato il direttore e altri 10 giornalisti e impiegati del quotidiano “Cumhuriyet”. Supera così 160 il numero dei mezzi d’informazione chiusi da metà luglio:  tra i 15 colpiti nel fine settimana c’era anche l’unico quotidiano in lingua curda a diffusione nazionale.

Con gli arresti del 31 ottobre, che mettono a tacere l’unica voce di opposizione tra i principali quotidiani rimasta aperta, i giornalisti agli arresti e in attesa di processo sono oltre 130. Prosegue dunque, senza particolari preoccupazioni da parte dell’Unione europea (tanto più che sono iniziati i rimpatri forzati e irregolari di rifugiati siriani dalla Grecia), la purga avviata a luglio dopo il fallito colpo di stato. Obiettivo dichiarato:  ridurre al silenzio tutte le critiche, anche attraverso abusi evidenti dei già vasti poteri conferiti al governo dallo stato d’emergenza.

Quello che una volta in Turchia era un vivace e vibrante panorama dell’informazione, oggi è uno spazio vuoto. A riempirsi, sono le carceri del paese.


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