Mafia, dopo l’inchino la mongolfiera

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Dopo l’inchino la mongolfiera, con un unico comune denominatore: la totale strumentalizzazione religiosa per ostentare il potere mafioso.
Quanto accaduto a Bari (se realmente accaduto, saranno gli inquirenti ad accertarlo), con tanto di mongolfiera e di dedica “Famiglia Buscemi, viva san Michele, viva san Rocco”, è segno di una plateale volontà di segnalare, in forma pubblica e spettacolare, il proprio controllo sul territorio.

Il primo a denunciare è stato il deputato del Pd, Dario Ginefra, che ha presentato un’interrogazione parlamentare.
I Buscemi, secondo Ginefra, sono esponenti di un clan mafioso, e “altrettanto probabilmente la dedica a san Michele, che precedeva quella a san Rocco, era un omaggio fin troppo esplicito a Michele Buscemi, ucciso a Valenzano nel 2008″.

Il sindaco ha subito rigettato l’accusa, sottolineando l’estraneità del Comune nella circostanza.
Ancora una volta, però, sarebbe il caso di concentrarsi sul problema delle ostentazioni mafiose, piuttosto che rimpallarsi le responsabilità di quanto accaduto.


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