Le innumerevoli “battaglie” di libertà insieme a Federico

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Desidero aggiungermi alle tante voci che in questi giorni hanno voluto ricordare Federico Orlando, grande giornalista e presidente di Articolo21. L’impressione che colpisce di più è quella rappresentata dal ventaglio amplissimo delle testimonianze, degli apprezzamenti e dei ricordi. Raramente è dato trovare un così ampio ed unanime ventaglio di giudizi ed un panorama così lusinghiero di apprezzamenti da parte di personalità così diverse tra loro. Questo solo fatto dice tante cose. Il motivo più ricorrente, vorrei dire quasi ovvio, è costituito dal fatto di  essere stato un grande giornalista liberale.

Oggi questo aggettivo acquista un significato ancora più profondo.  Non è giusto, in genere, aggiungere al titolo di giornalista una qualificazione politica e, spesso, quest’aggiunta finisce con il rappresentare una diminuzione oggettiva.  Non è questo il caso però di Federico Orlando: quell’abbinamento con il termine“liberale” finisce indiscutibilmente per costituire un potenziamento del ruolo, come la storia di Federico Orlando dimostra in maniera eloquente. Basta leggere anche per questo le bellissime parole di chi lo ha ricordato su queste pagine. Tre rapidi ricordi, anche da parte mia, per avvalorare tutto questo. Nel 2002 ero appena uscito dalla Rai ed abbiamo firmato insieme un appello in difesa dei programmi di Santoro ingiustamente allontanato dal servizio pubblico insieme con il grandissimo Enzo Biagi. Nel 2005 si celebrava la festa della Repubblica a Torino, era presente, tra gli altri Romano Prodi, e con Federico e tanti altri abbiamo voluto sottoscrivere la proposta  perché il 2 giugno “Festa nazionale della Repubblica”, si abbinasse alla celebrazione in tutta Italia della festa della Costituzione repubblicana.

La Costituzione più bella del mondo. Ed infine una piccola occasione nel 2006 quando siamo stati chiamati in un convegno a parlare insieme dei rapporti tra il giornalismo e la politica: Orlando usò parole molto semplici per ricordare che mai un giornalismo “politico” avrebbe dovuto abdicare alla sua funzione civica . Una distinzione non troppo sottile tra “politico” e “partitico”. Un’altra declinazione per ricordare quel concetto di liberale che sempre lo ha accompagnato.


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