Chi ha in mano Domenico Quirico?

Il problema vero è capire chi ha in mano Domenico Quirico. A quaranta giorni dalla scomparsa ancora non è stata trovata una traccia da seguire per arrivare poi a una trattativa. La Farnesina sta setacciando tutti i canali, ma ancora non si hanno assolutamente notizie dell’inviato de “La Stampa”, come ha confermato mercoledì scorso il ministro Bonino. Intervistato dal “Clarin” anche il presidente siriano Bashar al Assad ha escluso di avere informazioni sul reporter italiano.

Incompatibili con Borghezio

Uno spettro si aggira per l’Italia: la condivisione. Tutto deve essere condiviso, quello che determina conflitto e dialettica viene bollato con il nuovo marchio di infamia: Divisivo. Divisivo, per fare un esempio, é chi parla di conflitto di interessi o di ineleggibilità. Divisivo é chi si ostina a ritenere un oltraggio la marcia contro i tribunali. Divisivo è chi condanna senza appello le leggi bavaglio. Tanto per non smentire chi ci accusa di essere “Divisivi”, martedì prossimo saremo, come Articolo 21, a Strasburgo

Napolitano, Grasso e Amato al processo sulla morte di Falcone e Borsellino

I pubblici ministeri Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Battaglia e Vittorio Teresi (Ingroia, come è noto, dopo le sue disavventure politiche, è stato trasferito alla procura di Aosta) hanno chiesto alla corte di Assise di Palermo di convocare al banco 176 testimoni tra i quali il presidente Napolitano, il presidente del Senato Pietro Grasso e il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani, ma anche ex ministri come Giovanni Conso, Claudio Martelli, Vincenzo Scotti e Giuliano Amato.