Da alcuni anni Articolo 21, quest’anno con la Federazione della Stampa, forma una piccola delegazione che il 25 aprile rende omaggio a Giacomo Matteotti ponendo fiori sul monumento che ricorda il suo assassinio, sul lungotevere di fronte a quella che fu la sua casa a Roma.
La scorsa notte vandali non identificati, che facilmente possiamo indicare come neo fascisti, hanno distrutto un a delle targhe che compongono il monumento, un’opera d’arte contemporanea dello scultore Jiorio Vivarelli, che da 50 anni ricorda il primo martire antifascista, il deputato socialista indomabile che fu ucciso – ormai la storia lo ha certificato – su ordine di Mussolini.
Sulla lapide divelta, spaccata in vari pezzi, è scritta la frase che Matteotti pronunciò in parlamento il 30 maggio 1924, poco prima del suo assassinio: uccidete pure me ma l’idea che è in me non la ucciderete mai. E’ proprio così.
E’ apprezzabile che il ministro della cultura si sia recato sul posto e che il ministro degli esteri abbia condannato nettamente il gesto. Tuttavia il moltiplicarsi di questi atti vandalici corrisponde tristemente al non riconoscimento dei valori costituzionali antifascisti da parte di questo governo. Quei valori che per noi sono il miglior patriottismo del nostro paese, ma che ai falsi patrioti di oggi fanno molta paura.
