Il Decreto Sicurezza, o per meglio dire: Repressione, il genocidio in corso a Gaza, i cinque referendum per cui saremo chiamati a votare domenica e lunedì: tutto si tiene in questo crepuscolo della democrazia.
Ieri al Senato è stato approvato in via definitiva un decreto che mette a repentaglio la sicurezza di cittadine e cittadini, aumenta a dismisura le pene per chiunque osi dissentire e strumentalizza il malessere e il disagio sociale, in particolare nelle periferie, per mettere i penultimi contro gli ultimi. Non a caso, nel suo intervento, il senatore Scarpinato ha fatto un esplicito riferimento alla notte della Diaz, la “macelleria messicana” di ventiquattro anni fa che costituisce un autentico spartiacque nella nostra vicenda nazionale.
Sabato, invece, PD, M5S e AVS hanno organizzato, finalmente, una mobilitazione unitaria contro l’orrore cui stiamo assistendo impotenti a Gaza, mentre l’Occidente si volta dall’altra parte e alcuni paesi, tra cui purtroppo il nostro, si rendono complici del massacro vendendo armi e continuando a fare affari con il governo israeliano.
Domenica, infine, si vota per provare ad abrogare il Jobs Act e altre leggi che hanno reso il lavoro più fragile, più precario e meno tutelato e per dimezzare i tempi per l’ottenimento della cittadinanza da parte delle italiane e degli italiani di seconda generazione: quella è la vera sicurezza di cui abbiamo bisogno.
Ne abbiamo parlato con Eliana Como della minoranza CGIL, Francesca Fornario, autrice satirica e attivista per i diritti umani, e Gianluca Peciola del movimento contro il Decreto Sicurezza.
Riprendendo l’intervento di Scarpinato, il primo obiettivo del centrosinistra, quando torneremo al governo, dovrà essere quello di abrogare integralmente questo provvedimento nocivo e pericoloso per l’intera comunità.