80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Informazione. E venne il giorno dell’incontro delle opposizioni

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Presso la sede della Stampa estera, ieri in via del Plebiscito di Roma un tempo abitata da altri inquilini, si è tenuto un incontro pubblico su «Informazione, emergenza democratica: media freedom act, riforma Rai, conflitto di interessi, piattaforma social europea, decreto sicurezza. La società civile chiama al tavolo la politica». Il convegno è stato promosso da Articolo21, MoveOn e ReteNoBavaglio.

In apertura, un’anticipazione del documento che verrà reso pubblico il prossimo 2 maggio, la giornata mondiale per la liberà di informazione, da Reporters sans frontières a firma del segretario generale Thibaut Bruttin.

Il testo è amarissimo: l’Italia è passata da una situazione «abbastanza buona» ad una «problematica»; sono state varate norme restrittive che minano il diritto di cronaca e il principio della segretezza delle fonti; imperversano le querele temerarie; la Rai non è indipendente essendosi trasformata in una sorta di «TeleMeloni».

Il contesto è aggravato enormemente dal clima di guerra che permea e condiziona il linguaggio dell’informazione; e sfocia nella inaudita e persino inedita quantità di croniste a cronisti uccisi. In Ucraina e in misura impressionante a Gaza. Su tali temi si è soffermato nel suo discorso Alfonso Gianni, intervenuto a nome del Coordinamento per la democrazia costituzionale.

Ma il momento chiave dell’iniziativa ha avuto il volto e la voce di Maurizio Acerbo, Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Riccardo Magi ed Elly Schlein.

Finalmente sono emerse parole di collaborazione e di unità, in vista -soprattutto- dell’entrata in vigore del citato EMFA, il cui articolo 5 sull’autonomia dei servizi pubblici diverrà diventerà immediatamente applicabile il prossimo 8 agosto. L’apposita associazione intitolata proprio all’articolo 5 presieduta da Stefano Balassone è già al lavoro per preparare gli appositi ricorsi. Vi sono ben otto progetti depositati presso la competente commissione del Senato. Si riuscirà a istituire un tavolo comune, come da anni predica Marco Quaranta del MoveOn? Sembrava che il tema dell’informazione fosse caduto in coda all’agenda politica, secondo le parole iniziali di Marino Bisso della Rete NoBavaglio e di Articolo21. Tuttavia, un raggio di luce ha varcato le tenebre che stanno coprendo la libertà e i diritti secondo la logica oppressiva del pensiero unico omologante, stracciando la stessa Carta fondamentale.

Numerose le testimonianze: Carlo Bartoli presidente dell’ordine nazionale dei giornalisti premiato dal recente voto dell’organismo; Elisa Sermarini (NO al ddl sicurezza); il giovane attivissimo Giovanni Rossetti, Daniele Macheda segretario del sindacato dei giornalisti della Rai, Angela Caponnetto reduce dall’Albania dove si sta perpetrando il nuovo schiavismo contro i migranti, Sigfrido Ranucci recordman di querele temerarie ed espressione di ciò che resta del giorno del servizio pubblico. Sulla situazione di quest’ultimo si è soffermato il consigliere di amministrazione Roberto Natale, che ha richiamato l’urgenza di una riforma e dell’uscita dallo stallo sul voto per la presidenza dove persiste l’ostruzionismo di maggioranza, insistendo sulla doverosa copertura della scadenza referendaria al momento oscurata. Sulla questione ha dedicato molta attenzione Magi, tra i promotori del quesito sulla cittadinanza, che ha annunciato un ricorso alla giustizia amministrativa contro il debole regolamento votato dalla commissione di vigilanza.

Comunque, va detto che un vento di novità si è avvertito. Forse, secondo la suggestione del direttore della testata Caffè Rossetti, si può passare dal campo largo al campo fertile.

Certamente non è una passeggiata. Se è esistito un incredibile caso di spionaggio dei giornalisti e degli attivisti umanitari ad opera della società Paragon (ma quanti sono gli spiati, chiede il coordinatore di Articolo 21 Giuseppe Giulietti), allora il 46° posto della graduatoria di Reporters sans frontières potrebbe presto scendere ulteriormente in basso.

Un passo avanti si è registrato, ma serve un salto quantico, vale a dire velocità.

(Pubblicato su Il Manifesto)


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