Son bastate 72 ore (e forse meno) al ‘cristiano’ Trump per cercare di far dimenticare, nascondere quel che Papa Francesco aveva detto, soltanto domenica scorsa, rispondendo all’intervista di Fabio Fazio: ”Se, negli Usa, per risolvere gli squilibri saranno mandati via gli immigrati sarà una tragedia”.
Pronta risposta. Non solo immediata deportazione di centinaia di cosiddetti ‘irregolari’ ma mettendo in campo una spaventosa, disgustosa manifestazione di disprezzo per l’umanità. Non solo di quella ‘umanità’, ma di tutti noi che proviamo rispetto per gli altri: ammanettati, incatenati ai piedi e imbarcati nella pancia di un aereo militare.
Chissà se The Donald si rivolge mai a qualche confessore o assistente spirituale. Forse sarà un qualche cappellano militare che affianca le truppe armate in tanti diversi angoli del mondo. In compenso sappiamo per certo che il suo più fido e ascoltato consigliere è l’alfiere del ‘tutto il potere al denaro’, Elon Musk. La violenta scelta di Trump, fatta a meno di una settimana dall’insediamento, mi ha riportato alla mente un’altra clamorosa dimostrazione di pratica di un cristianesimo da crociata. Il patriarca Kirill che, a totale sostegno di Putin, benedisse la guerra d’aggressione contro l’Ucraina, la famigerata ‘operazione speciale’.
Altro che la carità e la misericordia che dovrebbero avere un particolare valore nell’Anno Santo. Anzi, già che c’è, Trump pare voglia generare terrore tra gli immigrati irregolari che mandano i loro figli a scuola, che frequentano luoghi sacri o vengono curati negli ospedali. Tutto questo grazie alla revoca della politica che rispettava i cosiddetti ‘luoghi sensibili’, nata nel 2011 e soltanto tre anni fa ulteriormente estesa dall’amministrazione Biden. Eliminando così quelle che a suo giudizio sono ‘barriere inutili’, Trump autorizza la polizia a fermare, arrestare e rinchiudere in carcere in attesa della deportazione gli irregolari bloccandoli anche nelle scuole, nelle chiese, negli ospedali. Pensate come reagiranno le famiglie di fronte alla paura con cui saranno costrette a vivere in un regime di tale violenza.
C’è infine da chiedersi in nome di quale comune fede religiosa governanti cosiddetti democratici – americani o europei – potranno avallare, sostenere o addirittura elogiare la mano violenta della legge trumpiana. Possibile che sia ridotta in questo stato la ‘più grande democrazia del mondo’? E la chiesa statunitense resterà in silenzio o cercherà di far qualcosa? Proverà ad urlargli di ‘convertirsi? O, meglio, gli regalerà un Vangelo facendo poi delle verifiche se ha saputo e voluto leggerlo e, soprattutto, se ne ha capito qualcosa?