Articolo 21 Piemonte in campo nel segno dei diritti e di una riflessione su Giacomo Matteotti

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Per affrontare il mare aperto servono un buon equipaggio e sicuri punti di riferimento.
La riunione fatta ieri dal circolo piemontese di Articolo 21 è senz’altro servita verificare queste due condizioni di partenza. All’equipaggio, già esperto e ricco di sensibilità si sono aggiunti diversi volti nuovi, rappresentativi di realtà sociali radicate nel tessuto civico piemontese come Lavialibera ed ACMOS.
Durante la discussione abbiamo messo in relazione i tanti “bavagli”, che sono la cifra del tempo politico che stiamo vivendo, con la solitudine che moltissime persone avvertono e patiscono: l’obiettivo più profondo di questo infausto disegno reazionario di cui i “bavagli” sono strumenti, non è forse quello di abbattere ogni residuo di partecipazione democratica? Le destre nel Mondo occidentale, alleate con il capitalismo globale che ha capito di poter funzionare senza democrazia liberale, lavorano senza sosta a questo terribile obiettivo, cercando di neutralizzare l’informazione libera, la magistratura indipendente, la protezione sociale universale, la solidarietà repubblicana, la scuola emancipante, il ruolo del diritto internazionale nella mediazione dei conflitti.
La solitudine delle persone è un riflesso amaro di questo disegno.
Ma poi ci sono i “sicuri punti di riferimento” che abbiamo nuovamente evocato e che saranno per noi stelle nelle navigazione: Roberto Morrione e Santo della Volpe, nel nome dei quali vorremmo organizzare una grande iniziativa a Torino contro tutti i bavagli. Ilaria Alpi e Milan Hrovatin a trent’anni dall’assassinio, per i quali attiveremo tutte le collaborazioni possibili con le scuole, in ragione del progetto Una stella di nome Ilaria.
Ed infine lui, giornalista e politico, Giacomo Matteotti a cento anni dall’omicidio: una ricorrenza che mentre dovrà servire a fare memoria dell’impegno indomito di Matteotti, dovrà anche farci riflettere sull’importanza delle prossime elezioni europee, ad un secolo da quelle del 1924, le ultime libere, prima della dittatura. A Gian Mario Gillio che resta porta voce di Articolo 21 Piemonte, in conclusione, rinnovo la gratitudine per la generosa accoglienza.
Partiamo!
(Foto d’archivio)


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