La Fnsi: quando un giornalista ha una notizia deve pubblicarla, la ministra se ne faccia una ragione

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“Essere informati è un diritto costituzionalmente garantito ai cittadini. E oltre alla Costituzione italiana questa è anche la posizione dell’Europa: se ne faccia una ragione l’onorevole Santanchè. Quando un giornalista ha una notizia di interesse pubblico è suo diritto/dovere pubblicarla”. Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente della Fnsi, rispondono così alle parole pronunciate dalla ministra del Turismo nel corso dell’informativa in Senato, mercoledì 5 luglio 2023, dopo l’inchiesta di Report che ha coinvolto le sue aziende.

Riferendosi al quotidiano Domani, che in prima pagina titolava “Santanchè ministra dei debiti indagata dai pm, difesa da Meloni”, l’esponente di governo aveva parlato di “sporche schifose pratiche”, denunciando poi «una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti» nel prosieguo del suo intervento.

“Dall’attacco della ministra alla stampa – concludono Costante e Di Trapani – si capisce come questa classe politica voglia stringere sempre più il bavaglio intorno all’informazione”.

Sulla vicenda è intervenuta anche Elisabetta Piccolotti, deputata dell’Alleanza Verdi Sinistra. “La protezione delle fonti dei giornalisti – il suo commento – è un diritto fondamentale senza il quale non avremmo libertà d’informazione ed è scandaloso che la ministra Santanchè abbia attaccato direttamente il quotidiano Il Domani parlando di operazioni schifose. Informare i cittadini non è mai un’operazione schifosa e chi pensi questo sta già sconfinando in autoritarie pretese di controllo. Non pensino di essere in Russia o nell’Ungheria di Orban”.

Per la deputata, “il Domani e gli altri organi di stampa a partire da Report hanno solo fatto il proprio dovere. Se la ministra Santanchè contesta una fuga di notizie dalle procure – ha aggiunto – si rivolga al ministro della Giustizia e alle procure stesse. Se invece intende invocare un necessario garantismo allora si rivolga ai banchi del Parlamento”.


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