Ministri e politici andate a pregare su quelle bare. Sono nostri ma anche vostri fratelli e sorelle

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Guardo quelle bare allineate nel Palasport di Crotone  e provo un dolore profondo, che è niente rispetto allo strazio che stanno provando in queste ore i familiari di quelle persone che non ce l’hanno fatta a raggiungere le coste europee. Immagino le loro madri e sorelle nelle loro misere case afghane in attesa di un messaggio al cellulare, di uno squillo che non arriverà. Persone, prima che migranti. Persone prima che carichi residuali. Persone con delle famiglie che aspettavano loro notizie. Persone con il sogno nel cuore di trovare un po’ di pace lontano dalla guerra e dalle follie dei regimi autoritari sotto i quali  avevano visto i loro cari finire in galera torturati e uccisi come avviene in Iran con le giovani e i giovani che chiedono libertà. Come accade in Afghanistan con i talebani che vietano alle donne di studiare lavorare e passeggiare. Persone che volevano dare un futuro ai loro figli e non genitori irresponsabili, persone che avevano il diritto di essere identificati come profughi e non migranti economici; persone che sarebbero morte di fame o di violenze se fossero rimaste a casa e non fannulloni che non si chiedono che cosa possano fare  per il loro paese. Non li abbiamo salvati in nome di una politica demenziale e cinica che vuole mostrare quanto la musica sia cambiata. Eccome se è cambiata! Gli sbarchi sono  aumentati insieme ai morti.
Guardo quelle piccole bare bianche allineate sapendo che altre se ne aggiungeranno perché il mare restituirà altro corpi e mi chiedo come si possa affrontare una simile tragedia con il solo linguaggio della burocrazia da ministero .Le persone continueranno a partire, perché da sempre uomini e donne scappano dalle guerre e dalla fame e gli italiani popolo di migranti lo sanno bene. Ci sono milioni di italiani in giro per il mondo. Fermate le vostre parole inutili su inchieste e responsabilità e dai palazzi romani andate a dire una preghiera su quelle bare. Sono vostri fratelli e sorelle meno fortunati. Dov’è  il ministro dell’interno, Dov’è  la presidente del consiglio? Dov’è la classe politica?
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, ieri sera all’ incontro con il Cir, consiglio italiano per i rifugiati, ha puntato il dito contro chi poteva fare e non ha agito
“Il grande problema è che quelli che sono affogati avevano diritto, diritto ad essere accolti, scappavano da una guerra, la maggior parte di loro probabilmente erano afgani, e quindi bisogna cercare che i rifugiati siano trattati come tali e quindi hanno il diritto di essere esaminati. Se noi neghiamo di fatto questo diritto, tradiamo tutta la consapevolezza che proveniva dalla Seconda guerra mondiale”.

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